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Pac: a gennaio si comincia a votare la riforma

Data: 19/12/2012

Lo ha ricordato De Castro a Roma: l'obiettivo è sburocratizzare la politica agricola e avvicinarla agli agricoltori. E si deve tornare a investire in ricerca: Cina e Brasile lo stanno facendo. Il nemico è il land grabbing.


06 Dicembre 2012


Il 23 e 24 gennaio la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo voterà la riforma della Politica agricola comune.
Si tratta di una riforma, fa notare il Presidente della Commissione Agri, Paolo De Castro, «che modifica in maniera sensibile la proposta della Commissione europea e che si prefigge l'obiettivo di renderla meno burocraticizzata, più flessibile, più vicina alle esigenze degli agricoltori europei».

De Castro lo ha detto a Roma al Forum “Coltiviamo il Futuro. La nuova politica agricola comune per l'Italia”.
«L'impegno della Commissione Agricoltura e dell'intero Parlamento - ha proseguito De Castro - che grazie alla codecisione vede accresciuto il suo ruolo decisionale, va nella direzione di una Pac che, nonostante i tagli al budget 2014-2020 prospettati dal Consiglio, riuscirà a garantire sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale».

Sempre De Castro, commentando il rapporto annuale Fao sullo stato dell'agricoltura mondiale, ha ricordato che tornare a investire in agricoltura «è cruciale non solo per sconfiggere fame e povertà, ma più in generale per affrontare le sfide della nuova scarsità».

Non solo serve intensificare gli investimenti, anche privati, in sviluppo, infrastrutture rurali e istruzione nelle aree più povere del pianeta, ma anche tornare a finanziare la ricerca agricola nei Paesi più ricchi: «oggi sono Cina e Brasile a trainare la spesa per la ricerca agricola, e non è un caso che siano Paesi protagonisti di un balzo in avanti nell'emancipazione dalla povertà - ha detto De Castro -. Va anche sostenuto lo sforzo che la Fao sta facendo per il miglioramento della governance delle risorse naturali. Si tratta di un'azione prioritaria per distinguere tra investimenti che portano sviluppo e quelli votati al saccheggio delle risorse naturali, in primis della terra».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_2254,00.html


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