English version

Acqua: ora va messa mano alle infrastrutture

Data: 19/12/2012

Il nostro Paese dovrà spendere 65 miliardi per tappare i buchi degli acquedotti. Lo ha dichiarato Guido Bortoni, presidente dell'Autorità per l'energia. In tema con il Water Blueprint per migliorare la gestione delle risorse idriche.

www.energia24.com


06 Dicembre 2012


I servizi idrici in Italia fanno acqua da tutte le parti: sembra un gioco di parole ma non lo è.
Basta citare i numeri elencati dal presidente dell'Autorità per l'energia, Guido Bortoni, nel suo discorso d'apertura alla Conferenza nazionale sulla regolazione del settore.
Abbiamo le perdite di rete “più elevate d'Europa” costantemente superiori al 30%, mentre il 15% della popolazione vive sprovvisto di un sistema fognario.
Un italiano su tre, inoltre, abita in un comune con un depuratore sottodimensionato, o addirittura senza depuratore.

Così la rete idrica dello Stivale è un vero colabrodo, foriero di sprechi e inefficienze, soprattutto nel Mezzogiorno.
Il problema è noto, sollevato più volte da Legambiente e recentemente anche dall'Unione europea: Bruxelles ha richiamato l'Italia e tutti gli altri Stati membri a migliorare la gestione dell'acqua.

L'obiettivo è ottenere una buona qualità complessiva del prezioso liquido entro il 2015, come stabilito dalla direttiva in materia.
Che cosa significa? Acquedotti efficienti e sicuri, senza falle e dispersioni, depurazione degli scarichi civili e industriali, tutela e pulizia degli ecosistemi (laghi, bacini fluviali, argini) per diminuire il rischio di frane e alluvioni.

Perché non conta solo l'acqua che sgorga dai nostri rubinetti; secondo la Commissione europea bisogna pensare alla gestione integrata delle risorse idriche, in tutti i suoi aspetti.

E Bortoni è d'accordo: «L'Autorità intende promuovere gli adeguati investimenti per mantenere e sviluppare le infrastrutture, in ossequio al principio che l'acqua è un bene primario e indispensabile».

Per il nostro Paese, significa sborsare almeno 65 miliardi di euro nei prossimi trent'anni, rimediando così alla cronica mancanza di fondi, che ci ha portato tra i primi posti in Europa quanto a obsolescenza dei tubi.

L'Autorità, diventata responsabile dei servizi idrici con il decreto Salva Italia, dovrà inventarsi strumenti inediti per tappare i buchi dei nostri acquedotti.
Bortoni ha citato fondi rotativi, Water bond e tariffe “eque, certe e trasparenti”. Tariffe che probabilmente andranno aumentate, prevedendo magari una quota d'acqua gratuita e prezzi crescenti per i maggiori consumi, come già proposto dalle associazioni ecologiste (per esempio da Legambiente nel suo rapporto Ambiente Italia 2012).
Ciò potrebbe scoraggiare gli sprechi e i consumi incontrollati, favorendo anche il riutilizzo delle acque reflue depurate, nell'irrigazione dei campi e in certe attività industriali.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2250,00.html


Pagina precedente