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Utility: non deve contare solamente il miglior prezzo

Data: 05/02/2013

Passa in Commissione Imco la nuova direttiva. Acqua, gas, elettricità, servizi di trasporto e postali: le autorità pubbliche devono poter scegliere le migliori offerte anche sulla base delle esigenze sociali e ambientali.


25 Gennaio 2013


La Commissione Mercato interno e protezione consumatori (Imco) del Parlamento europeo ha adottato con 25 voti a favore, 5 contro e 8 astensioni le nuove regole della direttiva Utility, che fa parte del pacchetto di quattro relative ai servizi pubblici, insieme ad Appalti, Concessioni e Reciprocità.

La direttiva, destinata ad aggiornare quella del 2004, intende abilitare le autorità pubbliche a gestire con più flessibilità la spesa pubblica per i servizi.

I parlamentari hanno dunque votato per consentire loro di non prendere in considerazione le offerte solamente dal punto di vista economico (minor costo), ma anche considerando le esigenze sociali e ambientali.

La scelta intende consentire che anche le medie imprese che partecipano alle offerte possano essere competitive.
Al pari di quanto deciso per la direttiva Appalti, la Utility pone la questione della responsabilità congiunta sui servizi forniti di appaltatori e subappaltatori, della suddivisione in lotti dei contratti e dell’apertura della partecipazione alle gare a società di altri paesi.

Panzeri: libertà di scelta è partecipazione
Sul pacchetto di misure volte a chiarire le modalità con cui le autorità locali possono gestire alcuni servizi legati al settore del gas, dell'elettricità, dell'acqua, dei trasporti e dei servizi postali, Pier Antonio Panzeri è chiaro: «abbiamo bisogno di regole per rafforzare la trasparenza e l'ambito giuridico nel quale operano questi servizi, nell'interesse delle autorità pubbliche, ma anche in quello dei cittadini».

«Le autorità pubbliche - ha aggiunto Panzeri - rimarranno libere di scegliere le modalità di gestione dei propri servizi d'interesse generale. Le nuove regole consentiranno ampia autonomia e flessibilità. Le autorità pubbliche potranno scegliere se gestire direttamente questi servizi, utilizzando risorse proprie o in cooperazione con altre autorità pubbliche. Se un Comune decide di ricorrere al contratto di concessione, questo dovrà anzitutto rispettare i criteri sociali ed ambientali, sul modello di quello deciso per gli appalti pubblici. Questi criteri si applicheranno lungo tutta la catena di subappalto».

L'obiettivo delle nuove regole, insomma, «non è incoraggiare la privatizzazione dei servizi pubblici, ma di preservarne la qualità, e l’accessibilità a costi economici».

Prossimi passi
La Commissione Imco deve ancora decidere se aprire subito le negoziazioni con il Consiglio per raggiungere un accordo in prima lettura, foriero di un iter abbreviato per il provvedimento, o se seguire un percorso più lungo con un primo passaggio in Aula.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2309,00.html


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