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Riciclo rifiuti urbani: centrare l'obiettivo 50%

Data: 02/04/2013

L'Italia può farcela. Nell'Ue ci sono paesi virtuosi come Austria, Germania e Belgio, e altri, come Bulgaria e Romania, che dovrebbero migliorare del 4% l'anno da qui al 2020.

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28 Marzo 2013


Ogni anno ogni cittadino europeo produce oltre 500 chili di rifiuti urbani, di cui un terzo finisce in discarica. Mentre alcuni Stati gestiscono in maniera produttiva queste risorse ricorrendo al riciclaggio o al compostaggio per circa il 60% del totale, altri non sono altrettanto virtuosi.

È stata la Commissione europea a lanciare il monito, durante un recente seminario tenutosi a Bruxelles (presente anche l'Italia) volto a sollecitare e sostenere i Paesi in ritardo.

Secondo uno studio dell'esecutivo europeo, una piena attuazione della legislazione Ue sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l'anno, incrementando di 42 miliardi il fatturato del settore e creando oltre 400mila posti di lavoro entro il 2020.

C'è la necessità di usare maggiormente strumenti economici come tasse e divieti relativi allo smaltimento in discarica e all'incenerimento e incentivi per la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il compostaggio, ossia le opzioni indicate nella "gerarchia dei rifiuti" stabilita nella direttiva quadro.

Solo i progetti in linea con tale gerarchia saranno finanziati, a patto, anche, che aiutino gli Stati a rispettare gli obiettivi giuridicamente vincolanti dell'Ue, come quello di un tasso di riciclo del 50% per i rifiuti urbani nel 2020.

Ma a che punto è la gestione dei rifiuti in Europa?
Ce ne dà un'idea l'ultima relazione sulla materia dell'Agenzia europea per l'Ambiente (Eea, European environment agency), che riguarda (con dati aggiornati al 2010) i 27 Stati membri con l'aggiunta di Croazia, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia.

Il quadro è a macchia di leopardo, proprio come all'interno dei confini italiani: nel continente cinque Paesi (Austria, Germania, Belgio, Olanda e Svizzera) hanno già raggiunto - e nel frattempo probabilmente di molto superato - l'obiettivo continentale di riciclare il 50% dei rifiuti urbani, mentre altri dovranno fare sforzi eccezionali anche solo per avvicinarsi.

Complessivamente, nel 2010 è stato riciclato in Europa il 35% dei rifiuti urbani, grazie a un netto balzo dal termine di paragone del 2001 utilizzato dall'Agenzia, quando il dato era fermo al 23%.
Il Regno Unito ha aumentato la quota di riciclo dei rifiuti urbani dal 12% al 39% tra il 2001 e il 2010, mentre l'Irlanda l'ha innalzata dall'11 al 36%. L'Austria ha la percentuale più alta di riciclo (63%), seguita da Germania (62%), Belgio (58%), Paesi Bassi (51%) e Svizzera (51%).

Ma vi sono Paesi, come Bulgaria e Romania, che sarebbero chiamati ad aumentarne tale pratica di oltre quattro punti percentuali l'anno, cosa che nessun Paese è riuscito a realizzare tra il 2001 e il 2010.

Quanto all'Italia, l'obiettivo del 50% appare raggiungibile, ma con dei netti "distinguo": il tallone d'Achille restano le grandi differenze fra Regioni, con un progressivo riscatto della Campania che ha registrato fra il 2008 e il 2010 il salto maggiore nel tasso di riciclo (+14%), seguita da Marche (+13%) e Sardegna (+13%).

Nel 2010 il riciclo complessivo nella Penisola andava dal 9% della Sicilia al 59% del Veneto, quello dei materiali dal 6% della Sicilia al 37% del Trentino Alto Adige e per l'organico la forbice era compresa tra l'1% della Basilicata e il 26% del Veneto.
Il nostro neo è il ricorso alla discarica: secondo l'Agenzia «la tassa introdotta ha contribuito a dirottare i rifiuti altrove, ma con un effetto limitato perché non sarebbe incentivata a sufficienza una scelta alternativa».

A livello continentale, si legge nel documento ufficiale dell'Eea, grazie ai Paesi virtuosi l'Europa sta risalendo con successo la “gerarchia di gestione dei rifiuti”, anche se più lentamente di quanto richiesto dalla normativa.

La quantità di rifiuti conferiti in discarica è diminuita dal 2001, mentre è aumentata la quantità di rifiuti inceneriti, compostati e riciclati.
Il cambiamento nel trattamento dei rifiuti urbani tra il 2001 e il 2010 ha ridotto le emissioni di gas serra provenienti dai rifiuti urbani del 56%.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,75_ART_2397,00.html


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