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Libero scambio Ue-Usa: si procede, ma non sulla cultura

Data: 28/05/2013

Il Parlamento europeo chiede di essere informato sulle trattative con Washington. Votata l'eccezione culturale.


23 Maggio 2013


Il Parlamento europeo deve essere informato sulle trattative con gli Stati Uniti sull'accordo di libero scambio.
Via ai colloqui, quindi, con attenzione all'accesso al mercato degli appalti Usa e alla salvaguardia del mercato Ue dei servizi culturali e audiovisivi.
La risoluzione non legislativa votata con 460 voti favorevoli, 105 contrari e 28 astensioni rappresenta l'input del Parlamento europeo al mandato negoziale dell'Ue.

Il Consiglio dei ministri Ue prevede di autorizzare l'apertura dei negoziati e di approvarne le direttive nel mese di giugno. I colloqui potrebbero quindi iniziare nel mese di luglio e la Commissione europea spera di concluderli entro la fine del 2014.

Informare il Parlamento sulle trattative

I deputati ricordano ai negoziatori il loro dovere a tenere il Parlamento "immediatamente e pienamente informato" durante tutte le fasi delle trattative: nessun accordo potrà avere effetto senza l'approvazione del Parlamento, e "le sue posizioni dovrebbero pertanto essere debitamente prese in considerazione in tutte le fasi".

I deputati si aspettano che l'accordo apra nuove opportunità per le imprese Ue, in particolare le Pmi.
Si attendono che la Commissione europea chieda un accesso completo per le imprese europee ai mercati degli appalti pubblici degli Stati Uniti, e la rimozione delle attuali restrizioni statunitensi ai fornitori Ue di servizi di trasporto marittimo e aereo, in particolare alla proprietà straniera delle compagnie aeree e ai fornitori di servizi finanziari.

Salvaguardare i principi Ue
Dato che i negoziati si concentreranno sulle differenze tra le leggi e gli standard delle due parti, si avverte che i principi essenziali dell'Ue devono essere salvaguardati durante i colloqui.
Si parla quindi di sicurezza alimentare, Ogm, clonazione, diritti di proprietà intellettuale, standard ambientali.

Passa l'eccezione culturale
In una votazione separata votata con 381 voti a favore, 191 contrari e 17 astensioni, gli eurodeputati hanno chiesto di escludere i servizi culturali e audiovisivi dal mandato, inclusi i servizi online, al fine di proteggere la diversità culturale e linguistica dei paesi dell'Ue.

Secondo Andrea Cozzolinoper l'Italia si aprono prospettive importanti. Le direttive alla base della bozza di accordo contengono norme, da noi volute, per tutelare i grandi marchi commerciali della nostra industria agroalimentare, insieme al fatto di inserire anche le politiche culturali tra le produzioni sottoposte a salvaguardia”.

Costa: evitare la colonizzazione culturale dell'Europa
Fautrice dell'esclusione del mercato culturale dall'accordo è stata Silvia Costa. Nel suo intervento Costa ha infatti ricordato che inserire nel negoziato con gli Usa cultura e audiovisivo avrebbe messo in ginocchio la nostra industria culturale già dominata dagli Usa nell'audiovisivo soprattutto on line, producendo una ulteriore colonizzazione culturale dell'Europa.

Gli operatori globali della rete come Google, Amazon ed Apple, ha ricordato Costa «seguono il diritto Usa, applicano royalty ai contenuti culturali europei, non pagano tasse in Europa, o utilizzano i paradisi fiscali, non investono nella produzione culturale europea, ma condizionano la nascita di nuovi attori europe».

Per Costa la normativa Ue nella definizione del prodotto culturale on line «è ancora inadeguata alla fase di crescente convergenza tecnologica e si andrebbe al negoziato a mani nude».

Costa ha ricordato «che l'industria dell'audiovisivo è la prima negli States, e che la quota di mercato dei film Usa in Europa è di oltre il 60% a fronte dello scarso 20% della distribuzione delle pellicole europee negli States. Ricordiamo anche che le major nordamericane hanno imposto alle sale europee lo Switch off tecnologico a favore del digitale, con il fondato rischio di chiusura per il 25% delle sale, soprattutto quelle delle piccole città e delle associazioni culturali».


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


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