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Gli imprenditori europei chiedono azione rapida per rilanciare industria

Data: 28/05/2013

La stima Eurostat del pil del primo trimestre è una doccia gelata. Thumann, BusinessEurope: l'industrtia non è il problema, ma la soluzione.


15 Maggio 2013


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles

Un'azione per la crescita con l'obiettivo di far ripartire dall'industria. E' questo che chiedono gli imprenditori riuniti nell'European Business Summit organizzato dalle principali associazioni europee che li rappresentano.

Il deludente andamento del pil confermato dalla stima flash di Eurostat (primo trimestre pil -0,2% nell'Eurozona e -0,1% nella Ue) è stata una doccia gelata.

"L'industria non è il problema ma la soluzione, la riforma delle regole della finanza deve assicurare che siano soddisfatte le necessità finanziarie delle imprese", ha indicato il presidente di BusinessEurope Juergen Thumann.

Giorgio Squinzi
, presidente di Confindustria, chiede che si ricreino rapidamente le condizioni per la ripresa industriale. Dal 2008 in Europa la crisi ha 'bruciato 3,8 milioni di posti di lavoro nell'industria.

La preoccupazione nel mondo industriale europeo ha raggiunto un livello altissimo anche perchè l'intero settore industriale sta soffrendo non solo della domanda interna stagnante, della stretta simultanea delle politiche di bilancio che soltanto adesso si cerca di allentare, ma anche di una serie di nuovi svantaggi competitivi nei confronti dei maggiori partner.

Uno fra tutti: il costo dell'energia: oggi i prezzi dell'elettricità in Europa sono il doppio rispetto a quelli degli usa, tre volte più alti di quelli cinesi.

Il presidente di BusinessEurope Thumann ha fornito un dato impressionante: dal 2003 al 2011 i prezzi dell'energia per l'industria europea sono aumentati del 28%, raggiungendo un livello significativamente più elevato rispetto alla maggior parte dei paesi industrializzati. In particolare si sta allargando il divario con gli Stati Uniti, nel pieno di una 'rivoluzione' energetica. Proprio con gli Usa, tra l'altro la Ue ha aperto il fronte di una trattativa commerciale per un accordo di libero scambio tra le due aree sul quale l'attenzione dell'industria europea, auto compresa, è massima.

La richiesta centrale dell'industria Ue non è meno Europa ma una Europa in grado di calibrare con cura le politiche di regolazione e di rappresentanza degli interessi del settore a livello globale. Le imprese, indicano le note di analisi dello European Business Summit, ritengono decisivo che "il quadro della regolazione sia chiaramente e coerentemente a sostegno della crescita e della competitività per garantire al business certezza legale per offrire merci e servizi dappertutto nella Ue così come avviene nei mercati nazionali".

Tanto più con la conferma che la recessione continua, in questa fase il business europeo punta molto sulle politiche commerciali con l'obiettivo di riconciliare le strategie di liberalizzazione del commercio con le condizioni reali del commercio.

Affinché il commercio possa incidere davvero in misura significativa sull'attività economica del paese esportatore è necessario, per esempio, assicurare la liberalizzazione lungo tutta la catena dell'offerta coinvolgendo diversi settori di beni e servizi.

Spesso il prodotto finito è realizzato con input di altri beni il cui commercio non è liberalizzato e ciò impedisce un impatto effettivo sul tasso di protezione.

Il commissario all'industria Antonio Tajani ha indicato che dal 2000 il nostro declino industriale è stato accelerato dalla crisi: la manifattura rappresenta solo il 15,2% del pil europeo, tredici anni fa rappresentava oltre il 20%.

E negli ultimi cinque anni la Cina ha aumentato la quota nella produzione manifatturiera globale del 7,7% e con una quota complessiva del 21,7% ha superato Usa ed Europa.

Il presidente Ue Herman Van Rompuy ha riconosciuto che le politiche definite dall'Unione europea richiedono tempo per produrre risultati: "Il Vertice Ue di giugno sarà centrato sull'accesso al credito e sui posti di lavoro per i giovani, stiamo lavorando duramente su proposte concrete".


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