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Trasferimenti all'estero: lavoratori da tutelare con più chiarezza

Data: 25/06/2013

Passa in Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo un testo che chiede maggior tutela per chi viene rilocato in altro paese rispetto quello abituale, anche in caso di subappalto. Evitare le delocalizzazioni fittizie.


24 Giugno 2013


Lavoratori dei settori costruzioni, agricoltura, trasporti e Ict, lo 0,4% della forza lavoro complessiva europea, sono interessati dalla nuova norma che sta approdando a negoziazioni informali fra Parlamento europeo e Consiglio.
Uscito dalla Commissione Lavoro del Parlamento europeo, relato da Danuta Jazlowiecka, il dossier sui trasferimenti di azienda nell'Ue non ha ottenuto una maggioranza schiacciante: 22 voti contro 18, 6 gli astenuti.

Ogni anno, si sostiene, circa un milione di lavoratori dell'Ue vengono distaccati in un altro Stato membro.
Il distacco, si osserva, può avere un forte impatto sull'economia delle aziende e di alcuni settori industriali come le costruzioni, il trasporto e l'agricoltura.

Queste categorie di lavoratori, pertanto, necessitano di maggior protezione e di un miglioramento delle garanzie per la mobilità e il distacco.
Secondo la relatrice del dossier l'obiettivo è di "garantire i diritti dei lavoratori e migliorare le condizioni delle aziende all'interno del mercato unico", dato che accade spesso che le aziende usano il distacco dei propri lavoratori per evitare le regolamentazioni nazionali, istituendo sedi in altri paesi in cui beneficiare della protezione sociale locale o di maggior libertà d'azione.

I deputati, allora, hanno proposto controlli più rigidi, in tal senso spettanti agli Stati membri, che dovranno vigilare se un insediamento aziendale nel loro territorio corrisponde a una vera attività di business o si tratta di un tentativo di aggirare le normative della nazione di provenienza.

Proposta conseguentemente maggiore trasparenza sui diritti dei dipendenti delle aziende subappaltate.

Per sommi capi si tratterà di valutare dove una società è registrata, dove paga le tasse e gli oneri sociali, dove svolge effettivamente l'attività, dove sono reclutati i lavoratori e il numero dei contratti operanti.

Per comprendere se il trasferimento all'estero di un lavoratore sia da considerare temporaneo, la Commissione Lavoro consiglia che gli Stati membri si focalizzino effettivamente sulla variabile tempo anziché sul luogo di provenienza o sulle aspettative di rimpatrio del lavoratore.

A tale scopo, le misure di controllo dovrebbero richiedere la comunicazione anticipata dell'identità dei lavoratori coinvolti e la durata del servizio.

Meglio sarebbe poi che la società che si trasferisce all'estero avesse già nel paese di destinazione una rappresentanza attiva.

Per evitare i mancati pagamenti degli oneri sociali nei casi di subappalto, la Commissione Lavoro indica la responsabilità sia in capo al subappaltante, sia al subappaltatore.

Ultimo, ma non ultimo, i lavoratori devono essere informati in modo trasparente e chiaro sui termini e le condizioni di lavoro.


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


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