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Cultura e audiovisivi esclusi da negoziato commerciale Ue-Usa

Data: 25/06/2013

La decisione comunicata dal Consiglio europeo. Costa, Sassoli: una grande giornata per la cultura europea. Il presidente della Commissione Commercio internazionale Moreira: serve trasparenza, il Parlamento vigilerà.


17 Giugno 2013


Il Consiglio europeo ha dato mandato alla Commissione europea di negoziare un accordo commerciale e di investimento con gli Usa, il Ttip, Transatlantic Trade and Investment Partnership.

Nella nota di Lussemburgo che accompagna la decisione si espriome che il Consiglio si è accordato affinché i servizi audiovisivi non siano coperti dal mandato.
Anche se, si specifica, la Commissione avrà la possibilità di esprimere raccomandazioni su mandati negoziali aggiuntivi.

Il che significa che, in questa fase iniziale delle contrattazioni sono stati accolti i ripetuti richiami di quei parlamentari europei e degli operatori culturali a escludere, per motivi di insostenibilità concorrenziale, i prodotti culturali dal contesto del libero scambio.

"È una grande giornata per la cultura europea. Con l'esclusione dei servizi culturali e audiovisivi dall'accordo commerciale con gli Stati Uniti da parte del Consiglio dei ministri del Commercio estero, vince la linea per cui ci siamo battuti al Parlamento europeo».
È quanto dichiarano, insieme, Silvia Costa e David Sassoli, per i quali riaffermare con forza l'eccezione culturale nei negoziati bilaterali, in particolare nei confronti di chi detiene l'industria più forte del mondo, è una vittoria dei creativi e degli operatori culturali.

Il Presidente della Commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento europeo, Vital Moreira ha accolto con favore l'avvio delle trattative e ha assicurato che lo stesso Parlamento controllerà da vicino l'intero processo, che «dovrà essere il più trasparente possibile».

Per Moreira il Ttip può essere foriero di un grande potenziale di crescita economica e lavoro, ma allo stesso tempo il Parlamento «darà il proprio consenso finale solamente se l'accordo sarà nell'interesse delle nostre imprese, dei nostri lavoratori e consumatori».


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