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Sul principio «paghi e poi reclami» la Commissione è evasiva

Data: 30/04/2013

Lo sostiene Oreste Rossi, che contesta alla Ue la legittimità del principio del "solve et repete" in materia di fiscalità.


23 Aprile 2013


«Un parere evasivo che non tiene conto del sacrosanto diritto di eguaglianza tra i cittadini, costretti prima a pagare e poi, solo in un secondo tempo, a contestare quanto ingiustamente versato».

Così Oreste Rossi ha definito la risposta della Commissione europea a una sua interrogazione parlamentare, in cui metteva in discussione il principio tributario del "solve et repete" ("prima paghi e poi reclami"), che, secondo l'europarlamentare sarebbe da considerarsi «illegittimo» in quanto viola «il diritto dei cittadini a chiedere un risarcimento danni nei confronti dello Stato a fronte di un'ingiusta riscossione».

Per l'Esecutivo, si legge nella risposta, «il principio dell'immediata esecutività degli avvisi di accertamento emessi dall'Agenzia delle entrate e il suo corollario del solve et repete non sembrano essere in contrasto con il diritto dell'Unione».

La Commissione europea ha precisato, inoltre, che «le norme procedurali sulla riscossione delle imposte sono scarsamente armonizzate» e «restano di competenza degli Stati».

Perché la risposta è evasiva
«Ritengo - ha dichiarato Rossi in una nota - che la Commissione abbia eluso la mia domanda sulla compatibilità di questo principio rispetto alle disposizioni dei trattati sul giusto processo, a livello europeo, visto che esso inverte, non solo i tempi tra accertamento del debito e pagamento, ma anche l'onere della prova a carico del debitore. In Italia tale illegittimità è stata già dichiarata, nel 1961, con una sentenza della Corte costituzionale».

«Pubblica amministrazione e cittadino, infatti, non sono sullo stesso piano
- ha sottolineato l'eurodeputato - e proprio perché tale sistema è palesemente penalizzante per i contribuenti italiani, rispetto a quelli europei, dalla Commissione mi sarei aspettato una risposta più esaustiva, che avesse più riguardo verso l'interpretazione consolidata del diritto al giusto processo nella giurisprudenza comunitaria».

A questo link c'è è l'interrogazione di Rossi

E a questo la risposta della Commissione europea


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


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