English version

Brevetti: Corte di Giustizia Ue respinge ricorsi Italia e Spagna

Data: 30/04/2013

I due Paesi, contrari per discriminazione linguistica, si appellavano contro l'uso della procedura cooperazione rafforzata avallata dal Consiglio.


16 Aprile 2013


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Bruxelles


La Corte di Giustizia europea ha respinto i ricorsi di Italia e Spagna contro la decisione del Consiglio Ue che ha autorizzato la cooperazione rafforzata nel settore del brevetto unitario.

Secondo la Corte Ue "alla luce dell'impossibilità per gli Stati membri di pervenire a un regime comune per l'insieme dell'Unione entro un termine ragionevole, la decisione impugnata contribuisce al processo di integrazione europea".

Il Consiglio Ue aveva autorizzato nel 2011 una cooperazione rafforzata con l'intento di istituire una tutela brevettuale unitaria tra 25 Stati membri (sui 27 dell'Unione).
Italia e Spagna erano contrarie a causa della discriminazione linguistica dato che a termine sarebbero state usate solo francese, inglese e tedesco.
Di qui la richiesta di annullamento.
Nei loro ricorsi, Italia e Spagna contestano al Consiglio di avere eluso il requisito dell'unanimità e di aver eliminato l'opposizione di questi due Stati membri alla proposta della Commissione in merito al regime linguistico del brevetto unitario.

La Corte sottolinea che nulla vieta agli Stati membri di instaurare tra loro una cooperazione rafforzata nell'ambito delle competenze dell'Unione che, secondo i Trattati, devono essere esercitate all'unanimità.
Al contrario, "emerge che tali competenze si prestano a una cooperazione rafforzata e che in tal caso - sempre che il Consiglio non abbia deciso che si deliberi a maggioranza qualificata - l'unanimità sarà costituita dai voti dei soli Stati membri partecipanti".

Quanto all'argomento per cui il Consiglio può autorizzare una cooperazione rafforzata solamente "in ultima istanza, qualora esso stabilisca che gli obiettivi ricercati da detta cooperazione non possono essere conseguiti entro un termine ragionevole dall'Unione nel suo insieme", la Corte sottolinea: "È evidente che gli interessi dell'Unione ed il processo di integrazione non sarebbero protetti se qualunque negoziato infruttuoso potesse condurre ad una o più cooperazioni rafforzate a scapito della ricerca di un compromesso che consenta di adottare una normativa per l'Unione nel suo insieme. Tuttavia, nella fattispecie risulta che il Consiglio ha verificato con cura e imparzialita' la sussistenza del presupposto dell'ultima istanza".

L'iter legislativo per il brevetto unitario ha avuto inizio nel 2000 e ha percorso varie tappe ed è stato discusso tra tutti gli Stati un "numero considerevole" di regimi linguistici differenti per il brevetto unitario e che nessuno di tali regimi ha ottenuto un sostegno idoneo a condurre all'adozione, a livello dell'Unione, di un "pacchetto legislativo" completo. Inoltre la Vort ritiene che "la decisione impugnata non arreca pregiudizio al mercato interno ne' alla coesione economica, sociale e territoriale dell'Unione. Inoltre, secondo la Corte, essa non lede le competenze, i diritti e gli obblighi degli Stati membri non partecipanti alla cooperazione rafforzata".

Pur essendo certamente essenziale che una cooperazione rafforzata non conduca all'adozione di misure che impediscano agli Stati membri non partecipanti di esercitare le loro competenze ed i loro diritti e di assumere i loro obblighi, "gli Stati partecipanti a tale cooperazione sono per contro legittimati a stabilire norme sulle quali gli Stati non partecipanti non concorderebbero in caso di adesione a detta cooperazione. D'altronde, l'adozione di norme siffatte non priva gli Stati membri non partecipanti della possibilita' di aderire in futuro alla cooperazione rafforzata".


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


Pagina precedente