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Toia: perché serve una nuova politica industriale europea

Data: 30/07/2013

La ripresa dalla crisi non può prescindere dall'economia reale e da una modernizzazione a tutti i livelli. Fondamentale avere politiche Ue coordinate e coerenti tra loro.


23 Luglio 2013


La crisi del manifatturiero europeo è quanto mai evidente dai dati odierni, come il calo di produzione del 10% o i milioni di posti di lavoro persi, e necessita quindi di un intervento tempestivo per non entrare in una fase di declino irreversibile.
Sulla scia di queste osservazioni, la parlamentare europea Patrizia Toia spiega, in una lettera aperta al Sole24Ore, la direzione che l'Ue dovrà intraprendere per sviluppare una nuova politica industriale comunitaria che sia totalmente innovativa.

Come sottolineato da Toia, l'industria europea richiede una serie di sostegni concreti, che partano inderogabilmente dalla ripresa dell'economia reale, con la produzione di beni e servizi, nonché l'incrocio tra industria e agricoltura. Sono proprio le "turbolenze finanziarie" e "le instabilità dei bilanci pubblici", infatti, ad aver indebolito l'economia europea.

L'orizzonte a cui guardare è, secondo la parlamentare europea, quello di "un'Europa regione industriale", in linea con la futura strategia Ue, che si è posta l'obiettivo di arrivare al 2020 con il 20% di Pil europeo dal manifatturiero.

Parte integrante della nuova europolitica industriale dovrà dunque essere la modernizzazione su tutti i livelli: dall'innovazione tecnologica e produttiva, con relativi investimenti nella ricerca; a una semplificazione della "governance economica", associata a una minore "pesantezza della Pa". Ugualmente fondamentali il rilancio delle infrastrutture informatiche e la circolazione accessibile dei capitali.

A supporto di tale indirizzo, la Toia sollecita l'abbandono delle tradizionali politiche industriali che si riferiscono solo a piani settoriali e al funzionamento inteso come sovvenzione. Di conseguenza, saranno richieste un'architettura finanziaria innovativa, con nuovi prodotti finanziari rivolti all'economia reale, e l'adozione di una politica energetica più equilibrata.

Si appoggia inoltre l'istituzione di eventuali "tavoli europei" per coordinare le decisioni all'interno dell'Ue, riguardo a quei settori "colpiti da sovra capacità produttiva", nonché sottolinea l'esigenza di attuare una politica dei rapporti commerciali coerente a quella industriale.

Per la parlamentare europea, un futuro "sviluppo di qualità", fatto perciò di politiche coerenti e coordinate, dovrà guardare a un'economia con basse emissioni di carbonio e a un rapporto sostenibile tra competitività e lavoro, che porti così a un'occupazione qualificata e inclusiva per tutti i cittadini europei.

Toia annuncia infine che nella primavera 2014 vi sarà un Consiglio europeo dedicato specificatamente alla politica industriale e che il semestre di presidenza italiano si concentrerà a sua volta su questa tematica.


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