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Prosecco e Prosek croato: la tutela spetta all'Italia

Data: 30/07/2013

Bruxelles risponde all'interrogazione dei deputati europei Fontana e Scottà, ricordando che spetta agli Stati membri garantire l'applicazione delle normative sulla protezione dei prodotti Dop.


22 Luglio 2013


Che il prosecco italiano Doc sia un prodotto d'eccellenza veneto, a cui la stessa Unione europea riconosce la protezione Dop, è cosa nota. Che esista un prodotto vinicolo di tradizione croata dal nome simile, ovvero "Prošek", è forse meno risaputo.

Il caso di parziale omonimia è diventato tuttavia rilevante nel momento in cui la Croazia è entrata a far parte dell'Unione europea il 1° luglio 2013.
Come sottolineato da Giancarlo Scottà e Lorenzo Fontana, in un'interrogazione presentata a Bruxelles lo scorso 30 maggio, la denominazione Prošek «induce in errore il consumatore circa la natura, la qualità o la vera origine del prodotto».

L'interrogazione: c'è il rischio di penalizzare il prosecco?
I due deputati chiedevano alla Commissione europea come avrebbe agito in caso di inadempienza croata alle disposizioni comunitarie in materia di protezione dei prodotti Doc e quali misure intendesse adottare per eliminare la commercializzazione delle bottiglie, qualora queste ultime fossero restate sul mercato.

La risposta: il problema non sussiste
La risposta, arrivata da Bruxelles l'8 luglio ha esplicitato che «l'uso del termine Prošek, per indicare prodotti vitivinicoli nell'Ue, non è contemplato nel trattato di adesione della Croazia» e che per il momento la Commissione non aveva ricevuto una richiesta specifica dalla stessa Croazia per l'uso di tale denominazione.
La risposta chiarisce che qualora una domanda di protezione venisse presentata, nella fase d'esame, antecedente la decisione di concessione o di rifiuto, verrà considerata l'esistenza di vini omonimi già registrati, come stabilito dal regolamento.

Riguardo la protezione del mercato italiano, infine, la Commissione europea ha ricordato che spetta agli Stati membri garantire la corretta applicazione delle normative, tramite le autorità nazionali competenti.

«Una risposta deludente ed evasiva» per i deputati europei interroganti, che lamentano inoltre l'arrivo di quest'ultima solo dopo l'ingresso della Croazia nell'Ue.
«A questo punto - ha dichiarato Fontana - il Governo intervenga quanto prima. Siamo aperti al dialogo con i partner croati ma è indispensabile mettere i puntini sulle i. I consumatori hanno il diritto di sapere cosa finisce sulle loro tavole».


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