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Horizon 2020: cosa c'è nell'accordo sulla ricerca europea

Data: 30/07/2013

Un nuovo modello di finanziamento per i 70 miliardi di euro destinati all'innovazione nel periodo 2014-2020. Percentuali rilevanti ad aree sociali come trasporti ed energia.


18 Luglio 2013


Il Coreper ha approvato l'accordo raggiunto lo scorso giugno tra la Presidenza del Consiglio europeo e i rappresentanti del Parlamento europeo sul programma "Horizon 2020" per la ricerca e l'innovazione europee.
L'accordo spiana la strada all'adozione formale del pacchetto legislativo per il pluriennio 2014-2020, che avverà con il voto dei prossimi mesi e porterà alla sostituzione del 7° Programma Quadro per la ricerca, in scadenza nel 2013.

Rispetto a quest'ultimo, il nuovo programma avrà un budget di 70 miliardi di euro e cercherà di eliminare ulteriormente la frammentazione nei campi della ricerca scientifica e dell'innovazione. Horizon 2020 perseguirà obiettivi di crescita e lavoro in linea con la strategia di "Europa 2020", ponendo inoltre le basi per il raggiungimento di un "Area di Ricerca Europea" dove conoscenza e persone possano circolare liberamente.

Un nuovo modello di finanziamento semplificato sarà dunque fondamentale per il rimborso delle attività e il periodo tra la sottomissione delle proposte di progetto e la conclusione dell'accordo di sovvenzione subirà una significativa riduzione.
Il nuovo programma fornirà anche una gamma di strumenti alle piccole e medie imprese per supportare attività di ricerca e innovazione attraverso tutte le fasi necessarie.
Con l'intento di promuovere una ricerca europea di eccellezza e alta qualità, Horizon 2020 favorirà inoltre sinergie e partnership all'interno del settore pubblico e tra settore pubblico e privato, nell'ambito degli stessi principi etici del programma precedente e di un libero accesso a pubblicazioni e dati.

Il budget di 70 miliardi di euro sarà destinato principalmente a tre macro-aree. La prima, con il 31,73% di risorse, fa riferimento alla ricerca in ambito più strettamente scientifico e prevede al suo interno una quota del 17% per il Consiglio di Ricerca Europeo, un 8% per le azioni "Marie Curie", un 3,5% per le tecnologie emergenti e il 3,23% per le infrastrutture di ricerca.
La seconda macro-area, del 22,09%, rigurda l'innovazione industriale, con la quota maggiore del 17.60% devoluta alle tecnologie abilitanti e un 3,69% per l'accesso al rischio finanziario.
Ultima area, assorbente il 38,53% delle risorse, è infine quella relativa ai cambiamenti e alle sfide sociali, con voci specificatamente rilevanti come i trasporti (8,23%), l'energia (7.70%), la ricerca marina e la qualità alimentare (5%), la salute, il benessere e i cambiamenti demografici (9,70%).


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