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Quote latte: Bruxelles boccia le proroghe italiane

Data: 30/07/2013

Per la Commissione europea sono da considerarsi prestiti senza interessi e quindi aiuti di stato. De Castro: scontato, la proroga era sbagliata.


17 Luglio 2013


La Commissione europea ha dichiarato incompatibile con il mercato interno l'aiuto sotto forma di pagamento differito concesso dall'Italia ai suoi produttori di latte, debitori dello Stato italiano per l'importo del prelievo sul latte che l'Italia ha versato a loro nome al bilancio dell'Unione nell'ambito di un aiuto approvato da una decisione del Consiglio.

La decisione 2003/530/CE autorizzò l'Italia a sostituirsi ai suoi produttori per versare al bilancio dell'Unione europea l'importo dovuto a titolo del prelievo sul latte per il periodo dal 1995-1996 al 2001-2002 e a recuperare tale somma dai produttori in quattordici rate annuali di pari importo senza interessi.

Nel 2011 l'Italia ha approvato una legge che concedeva ai produttori di latte una proroga semestrale per il versamento di una delle rate. Secondo la Commisione produttori che si sono avvalsi di questa proroga hanno beneficiato di un aiuto equivalente a un prestito senza interessi che nessuna norma in materia di concorrenza permette di giustificare.
Per Bruxelles l'Italia dovrà recuperare gli aiuti incompatibili maggiorati degli interessi dovuti.

Per il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, si tratta di «un atto annunciato, conseguenza di un atteggiamento politico che ha ignorato le esigenze della stragrande maggioranza dei produttori italiani che, da sempre, operano nell'ambito della legalità».

Per De Castro la proroga era «sbagliata e non legale in un'Europa in cui vale l'inviolabile principio del rispetto delle regole comuni».

Ma, sempre per De Castro, «c'è un'altra Italia che lavora con impegno e responsabilità e riesce a conseguire risultati importanti. Un esempio vincente in tal senso è rappresentato dai risultati ottenuti con il pacchetto latte. Un provvedimento importantissimo che, grazie al lavoro del Parlamento europeo, ha introdotto nuove regole per il settore tra cui la programmazione produttiva per i formaggi Dop. Uno strumento strategico in grado di dare fiducia e maggiori certezze alla maggioranza di agricoltori onesti che hanno rispettato le regole e che si sono messi in regola».


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