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L'Ue cofinanzia autostrade non necessarie: lo dice la Corte dei conti

Data: 30/07/2013

I 65 miliardi stanziati dall'Unione europea nel periodo 2000-2013 per cofinanziare progetti di infrastrutture stradali non sono stati sfruttati al meglio.


17 Luglio 2013


I fondi erogati per le strade nell'ambito della politica di coesione sono ben utilizzati? Alla questione ha risposto la Corte dei conti europea in una relazione volta a indagare se i progetti di infrastrutture stradali, cofinanziati dall'Unione europea, abbiano raggiunto gli obiettivi stabiliti ad un costo ragionevole.

Nel periodo 2000-2013, infatti, l'Ue ha stanziato circa 65 miliardi di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione per cofinanziare la costruzione e il risanamento stradale.

Dal controllo (audit) che la Corte ha effettuato su 24 progetti in Germania, Grecia, Polonia e Spagna, sono emerse innanzitutto notevoli differenze a livello di costo. Calcolando quest'ultimo sulla base degli stessi parametri, la Germania è risultata essere il paese con i progetti dal costo totale medio più basso, di 287.043 euro, mentre quelli della Spagna quasi lo raddoppiano, con una media di 496.208 euro. Non ci sono, tra l'altro, prove che questa differenza sia attribuibile ai costi della manodopera.

Benché tutti i progetti sottoposti ad audit abbiano abbreviato i tempi di percorrenza e migliorato la sicurezza stradale, la maggior parte ha posto scarsa accuratezza nelle previsioni di traffico, scegliendo un tipo di strada inadatto alla situazione.

In alcuni casi, dove sarebbe stata preferibile e sufficiente una superstrada, è stata infatti costruita un'autostrada, molto più costosa e non necessaria rispetto al traffico reale, registrato in seguito come inferiore alle aspettative.

Infine, durante l'attuazione dei progetti, il costo degli stessi è aumentato mediamente del 23% e vi sono stati, sempre in media, ritardi di 9 mesi rispetto ai tempi inizialmente previsti, con incremento del 41%.

La Corte dei conti europea ha dunque formulato una serie di importanti raccomandazioni, rivolgendosi in particolare alla Commissione europea e invitando, tra l'altro, gli Stati membri ad assicurare una concorrenza internazionale per i progetti di costruzione, facendo sì che l'aggiudicazione dipenda dalle offerte più economiche e subordinando il finanziamento all'esistenza di obiettivi e indicatori ben chiari.


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