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Due risoluzioni per favorire l'occupazione giovanile

Data: 17/09/2013

Il Parlamento europeo chiede nuove misure per permettere ai giovani di trovare un impiego o partecipare a corsi di formazione, un maggiore sostegno comunitario e standard qualitativi.


12 Settembre 2013

Il Parlamento europeo ha votato due diverse risoluzioni in favore dell'occupazione giovanile.

La prima, della commissione Cultura, è stata approvata con 612 voti favorevoli, 55 contrari e 19 astensioni, mentre quella della commissione per l'Occupazione è stata approvata con 517 voti favorevoli, 77 contrari e 86 astensioni.

"Al di là del sistema di garanzia per i giovani, gli sforzi per combattere la disoccupazione giovanile devono basarsi su una strategia globale, comprese le misure a sostegno delle Pmi, promuovere l'imprenditorialità tra i giovani e ridurre l'insuccesso scolastico", questo quanto dichiarato in una nota dalla relatrice Joanna Katarzyna Skrydlewska, durante il dibattito precendente il voto della risoluzione della commissione occupazione.

I parlamentari europei sostengono che il sistema di garanzia, volto ad assicurare che ai giovani sotto i 25 anni venga offerto un posto di lavoro, una formazione o un tirocinio entro quattro mesi dalla loro iscrizione nelle liste di disoccupazione, debba essere esteso anche ai laureati sotto i 30 anni.

Si sottolinea la necessità di adottare sistemi nazionali di istruzione su misura per le esigenze del mercato del lavoro e di ottenere un miglior riconoscimento delle competenze acquisite attraverso l'apprendimento informale, come nel caso di tirocini, volontariato o lavoro sociale.

Secondo le due risoluzioni, inoltre, gli Stati membri dovrebbero eliminare tutte le barriere esistenti ai tirocini transnazionali per i giovani cittadini dell'Unione europea, alla quale si richiede invece di sostenere maggiormente quelle iniziative che moltiplicano i programmi di apprendimento di qualità, nonché l'occupazione giovanile.

Infine, con l'obiettivo di scoraggiare lo sfruttamento dei tirocinanti stessi, i parlamentari europei invocano l'introduzione di standard qualitativi per le retribuzioni, le condizioni di salute e la sicurezza sul lavoro.


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