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Europa: il mestiere di spiegarla all'Italia

Data: 17/09/2013

Un libro per comprendere i limiti della percezione di Europa e per migliorarla: Communicating Europe in Italy. Scaricabile gratuitamente.

Dario Colombo


06 Settembre 2013

Come comunicano le istituzioni europee in Italia? Chi governa l'informazione? Perché nel nostro Paese non si comprende correttamente l'Europa?

Sono questi alcuni degli interrogativi che affronta il libro curato da Lucia D'Ambrosi e Andrea Maresi, "Communicating Europe in Italy. Shortcomings and opportunities".

Il libro è rilasciato in versione ridotta per Europarlamento24 EPeople (lo si scarica gratuitamente QUI), per consentire al più ampio pubblico di valutarne la portata.

È stato dato alle stampe dalle Edizioni dell'Università di Macerata (Eum) cui ci si può rivolgere per acquistarlo in versione integrale cliccando QUI.

Il libro è in lingua inglese, proprio con l'obiettivo di affrontare la tematica su un piano veramente europeo.
Si affronta, infatti, il tema della comunicazione e informazione europea in Italia evidenziando i limiti e delineando possibili soluzioni e scenari.

L'intento è di dare ai cittadini italiani (e in questo senso, europei) la migliore informazione, trasparente, sull'operato delle istituzioni e della politica.

Il volume è uno strumento di approfondimento, con particolare riguardo al Parlamento europeo e si sofferma criticamente su chi disciplina e promuove l'informazione.

Emerge una volta tanto una visione d'Europa diversa, con una prospettiva di lettura critica.

Dopo il testo introduttivo dei due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo, Roberta Angelilli e Gianni Pittella, il libro si struttura in tre parti.

La prima, generale, si sofferma sulla comunicazione pubblica in Europa, la seconda sul rapporto tra istituzioni, cittadini e professionisti dell'informazione, la terza sul ruolo di chi regola l'accesso all'informazione.

Lo strumento è utile per prepararsi attivamente, da cittadini, lavoratori, professionisti, alle prossime elezioni europee del 2014.

Dalle pagine del libro emergono il peso della comunicazione digitale nel dialogo transnazionale tra cittadini e politica e dei media italiani nella formazione di uno spazio pubblico europeo.

Proprio il rapporto tra media nazionali ed Europa serve ad affrontare criticamente il fatto che in Italia si considerano le notizie che provengono da Bruxelles più come informazione settoriale anziché, come si dovrebbe, di carattere generale.

Così si scopre che le "colpe" sono da distribuire a tutti: ai giornalisti, che hanno una conoscenza approssimativa delle istituzioni europee, alla politica, che tende a usare l'Europa come terreno per il dibattito nazionale, e anche ai cittadini, troppo spesso insensibili di fronte a temi che li riguardano da vicino più di quanto immaginano.

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