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Care ONG, portate i bambini da curare sulla nave Cavour

Data: 14/12/2013

A pochi giorni dall’arrivo della portaerei Cavour nei porti africani finalmente le ONG italiane vengono coinvolte in questo grande progetto di esportazione del made in Italy tra Golfo Arabico e Africa. Fino ad oggi non ce n’è stato bisogno perché il Sistema Italia in Movimento si è dedicato prevalentemente a vendere armi e sistemi tecnologici agli sceicchi degli Emirati. Appena si arriva nel continente nero scatta la fase umanitari del convoglio, quella che fin dall’inizio era stata utilizzata dal ministro Mauro e dagli organizzatori per nascondere i fini commerciali prevalentemente sul settore bellico (vedi nelle foto le meraviglie in mostra sulla Cavour nelle tappe effettuate fino ad oggi).

E’ a questo punto che la Fondazione Rava N.P.H, una delle tre organizzazioni coinvolte nel progetto – le altre sono la Croce Rossa e Fondazione Operazione Smile Italia Onlus- contatta le altre ONG per “collaborare con noi per questa Missione che toccherà i porti di Mombasa, Maputo, Durban, CapeTown, Luanda, Pointe Noire, Lagos, Tema, Dakar ,Casablanca e Algeri”.

In una mail circolata in questi giorni a ONG e associazioni italiane si richiede un aiuto al fine di individuare bambini da visitare durante i giorni di permanenza della nave nei diversi porti africani. All’interno della nave si avvicenderà infatti un team sanitario composto da un medico oculista e due e optometristi che sarà incaricato di visitare e curare i bambini.

Avete capito bene, ora che servono i bambini da vistare sulla nave c’è bisogno di ONG volenterose che operano nei diversi paesi toccati dal tour che portino i casi umani da fotografare per giustificare lo scopo umanitario della missione. Sarebbe bello per esempio che sulla nave Cavour venissero curati i tanti mutilati e accecati dalle mine anti uomo in Angola e Mozambico o quelli feriti nei conflitti armati in Kenya, Nigeria e Algeria. Questi sono gli unici ammalati che la nave Cavour dovrebbe curare.


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