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Le criticità del diritto a vivere in famiglia degli stranieri in Europa

Data: 20/05/2014

Per il diritto degli stranieri a vivere in famiglia


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Le criticità del diritto a vivere in famiglia degli stranieri in Europa

I cittadini europei, firmatari di questo Appello, sono convinti che l’Europa possa diventare uno spazio politico e sociale dove le popolazioni che vi abitano si impegnano a costruire un avvenire comune, valorizzando le loro diverse origini e appartenenze. Per questa costruzione, le famiglie degli stranieri rappresentano una risorsa indispensabile.

Una impostazione giuridica discriminatoria oppone tuttora la maggioranza della popolazione dell’Unione Europea, composta da circa 506 milioni di «cittadini comunitari», a una minoranza importante di circa 33 milioni di cittadini “extracomunitari” regolarmente residenti, che qui lavorano e pagano le tasse.

Alcune difficoltà ricorrenti in diversi Paesi UE riguardo al ricongiungimento famigliare con gravi ripercussioni sulle famiglie
• Il periodo di attesa
per portare a termine la procedura di ricongiungimento, che si protrae talvolta sino a più di due anni.
I costi della procedura di ricongiungimento famigliare possono essere molto elevati se paragonati ai redditi del richiedente.
Le condizioni legate all'abitazione richieste agli stranieri dei Paesi Terzi rispondono a criteri di qualità superiori a quelli richiesti ai nazionali (ad esempio, una camera per ogni figlio).
Le risorse finanziarie richieste in termini di reddito talvolta non sono dimostrabili da parte del richiedente: la grave crisi economica che l’Europa vive attualmente accresce il fenomeno di un’economia informale cui devono sottostare soprattutto gli immigrati, in particolare nel settore dei servizi.
Le misure di integrazione richieste prima del ricongiungimento stesso (ad esempio, l’obbligo di una conoscenza di base della lingua del paese di destinazione) sono discriminanti e vessatorie se mancano le condizioni per accedervi.
L’obbligo di coabitazione - sino a tre anni in alcuni Paesi - senza possibilità di separazione (tranne in caso di maltrattamenti denunciati).
I minori sotto tutela: spesso è difficile o impossibile ricongiungere i minori che sono a carico in seguito a misure di affido o tutela (ad esempio la kefala).
Il diniego di visita di un famigliare: attualmente è praticamente impossibile che un nonno, un figlio maggiorenne, un fratello o una sorella di un residente extracomunitario possano ottenere un visto anche solo per una visita di breve durata.
Indagini sistematiche e intrusive prima e dopo il matrimonio da parte della pubblica amministrazione per quanto riguarda le "coppie miste" (due persone di nazionalità diversa); è una pratica che si sta consolidando nei Paesi UE, allo scopo di lottare contro i matrimoni di convenienza.
Le unioni registrate ufficialmente in un altro paese, che non sono equiparate al matrimonio, (unioni di fatto, matrimonio omosessuale) non sempre danno accesso al diritto di ricongiungimento famigliare del partner e dei suoi figli o ascendenti.

Testo integrale: cfr. IT_PDF


Nota - Il 3 aprile 2014 la Commissione europea ha pubblicato le Linee Guida per l'applicazione della Direttiva sul ricongiungimento famigliare; se applicate da parte degli Stati potrebbero attenuare in parte le difficoltà che hanno messo in evidenza CoordEurop con il loro Appello. Cfr.: http://ec.europa.eu/prelex/detail_dossier_real.cfm?CL=en&DosId=1041871


Coordination européenne pour le droit des étrangers à vivre en famille, a.i.s.b.l.
Rue du Boulet 22 - BE 1000 BRUXELLES - N.E. 464 621 783
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