English version

Digital divide in Italia

Data: 12/06/2014

Il web compie 25 anni. Uno spazio comune, la rete, trascende le frontiere nazionali e abbatte barriere linguistiche e sociali. Ma l’accesso non è uniforme e alcuni utenti sono in una posizione di 'disinformazione' che prende il nome di 'digital divide’.

La situazione italiana, se paragonata a quella dei paesi del Nord Europa, è paradossale: dai dati forniti di recente dalla Commissione europea sulla diffusione delle tecnologie digitali nel 2013 l’Italia rimane ai primi posti per ciò che concerne l’esposizione alla televisione e per l’acquisto di telefoni cellulari: 149,6 telefonini ogni 100 abitanti, un primato globale.

E’ però carente dal punto di vista dell’alfabetizzazione informatica, con un 60% di connazionali per nulla o poco pratici al pc, e manca soprattutto di infrastrutture. Nella diffusione della banda larga, ad esempio, l’Italia presenta due velocità, con vistose differenze tra Nord e Sud, ma anche tra aree più popolate e zone rurali. Le dolenti note vengono soprattutto per la banda a 30 e a 100 Mbps (ultra veloce), rispettivamente con il 21% delle case raggiunte nel primo caso – contro una media Ue del 62% - e nessuna nel secondo.

Il ministero per lo Sviluppo economico ha varato, a partire dal 2008, il 'Piano nazionale per la banda larga’, rivolto agli 8,5 milioni di italiani esclusi dalla network society e alle oltre 6.000 località del Paese oggi tagliate fuori dalla rete. Mentre l’Italia accumula ritardi, l’Ue impone nuove sfide: entro il 2020 tutti i membri dell’Unione dovranno assicurare ai loro cittadini una connessione veloce a 30 Mbps e almeno al 50% di essi una navigazione ultra veloce.


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


Pagina precedente