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Paesi "buoni" - Paesi "cattivi"

Data: 15/04/2007

All'inizio c'è la voglia di lavorare all'estero, ma non basta. La realizzazione dipende da molti fattori, tra i quali troviamo la qualifica da offrire, il livello linguistico, la durata, la capacità di adattarsi e resistere alle difficoltà di essere straniero ed altro.
Ma riuscire dipende in modo cruciale anche dalla scelta geografica. Se si sceglie un paese con un alto tasso di disoccupazione, le probabilità scendono. Se si sceglie un paese dove è richiesto un visto per motivi di lavoro, non solo i tempi si allungano, ma anche gli ostacoli da superare diventano altissimi.

In breve: per trovare un lavoro ci sono paesi "buoni", "meno buoni" e perfino "cattivi".

Buono è un paese dove si può entrare senza difficoltà e trovare lavoro velocemente perché il mercato del lavoro è caratterizzato da un basso tasso di disoccupazione. Fanno parte di questa categoria i paesi dell' Unione Europeacome l'Irlanda, il Regno Unito, la Danimarca, il Lussemburgo, l'Austria e i Paesi Bassi. Sono dentro questa categoria anche la Slovenia, la Repubblica Ceca e la Norvegia. Tutti paesi dove i cittadini comunitari hanno il diritto di cercare lavoro liberamente per tre mesi.
Comune a tutti è il fatto che la disoccupazione si aggira intorno al 5%, cioè: esiste un mercato del lavoro in cerca di personale proveniente dall'estero.

Meno buoni sono paesi come la Germania, la Francia e la Spagna. Anche qui, come nei buoni, basta una carta d'identità per entrare e cercare lavoro. Però hanno un tasso di disoccupazione del 10% ed oltre e perciò pongono grandissime difficoltà a chi viene da fuori per sistemarsi. Chi parte per questi paesi, deve avere due marce in più, al giorno d'oggi, perché si trova davanti alla concorrenza agguerrita di altre persone in cerca d'impiego.

La DisneyWorld aiuta 120 italiani ad ottenere il visto per lavorare un anno in Florida presso il Centro Commerciale Epcot - padiglione italiano del Parco Walt Disney World. Chiede padronanza dell'inglese colloquiale ed età di 18-30 anni. Offre contratto di 12 mesi full-time, 30/40 ore settimanali, salario lordo di US$ 7 all'ora e aiuto per vitto e alloggio.
Le selezioni si svolgeranno a Milano con il supporto del Servizio Eures della Provincia. Per candidarsi inviare lettera di presentazione e C.V. = TUTTO IN LINGUA INGLESE, pena l'esclusione = + foto con oggetto: "Eures / Epcot Center - Disneyworld Florida" a [email protected] e a [email protected] entro il 15 aprile 2007. Per informazioni scrivere a [email protected] .

Cattivo invece può essere considerato un paese perché ha posto talmente in alto la sbarra del salto, che è meglio accantonare il sogno di un lavoro laggiù. Questo, per esempio, vale per gli Stati Uniti, che ogni anno fanno entrare solo 200.000 persone circa da tutto il mondo. Tutte altamente qualificate e con lunga esperienza professionale. Vale anche per l'Australia, che richiede un alto livello linguistico, una professione mancante sul mercato, l'età "produttiva" e tante altre cose che poche persone possono dimostrare tutte insieme.
In questo caso la disoccupazione non c'entra con la probabilità di realizzazione. Pochi disoccupati e molte offerte di lavoro si scontrano con le rigide regole d'entrata e permettono solo a pochi "eletti" di realizzarsi lontano da casa.

Ma attenzione: come detto all'inizio, ci sono vari altri fattori che determinano la qualifica di "buono" o "cattivo". Per esempio: se sono ingegnere meccanico o pizzaiolo, la Germania diventa buona. Se sono esperto di computer con esperienza e lingua, tutto il mondo è aperto. Se sono infermiera specializzata gli ospedali di Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Australia, Arabia Saudita mi aspettano. Se ho meno di 30 anni, l'Australia e la Nuova Zelanda mi danno abbastanza facilmente un Working Holiday Visa con il quale posso girare e lavorare per un anno intero.

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