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Relazione sull’occupazione: l'importanza della mobilità dei lavoratori nell’UE

Data: 19/09/2014

Per affrontare le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione, l’UE dovrà eliminare le disparità di genere e aumentare la partecipazione di lavoratori di tutte le età al mercato del lavoro, ma non va sottovalutato il ruolo fondamentale della mobilità e della migrazione.

Questa è la conclusione principale della relazione intitolata "Matching Economic Migration with Labour Market Needs" (Conciliare la migrazione economica con le esigenze del mercato del lavoro), frutto della collaborazione tra la Commissione europea e l'OCSE. In Europa, secondo le previsioni attuali, tra il 2013 e il 2020 la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) diminuirà di 7,5 milioni (-2,2%), mentre nell'insieme dei paesi dell'OCSE aumenterà nella stessa proporzione. In uno scenario privo di migrazione netta ci si attenderebbe un ulteriore calo della popolazione in età lavorativa dei 28 paesi dell'UE, fino a un massimo di 11,7 milioni (-3,5%) entro il 2020.

Le conseguenze di tale riduzione non sono solo demografiche: il mercato del lavoro infatti è una realtà dinamica in cui le professioni variano, per cui le disparità e le carenze di competenze diverranno una questione di fondamentale importanza per l'UE.

In questo contesto, la relazione congiunta UE-OCSE delinea tre risposte programmatiche complementari:
1) promuovere la mobilità del lavoro all’interno dell’UE per garantire una migliore ripartizione delle competenze;
2) migliorare l'integrazione dei migranti provenienti da paesi terzi per garantire un utilizzo più intelligente delle loro competenze;
3) attrarre i lavoratori migranti altamente qualificati di cui ha bisogno il mercato del lavoro dell'UE.


Per ulteriori informazioni potete consultare il seguente link.


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