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Trasparenza dell’aiuto, l’Italia resta in coda

Data: 09/10/2014

Il ministero degli Esteri Italiano resta uno dei donatori meno trasparenti al mondo in materia di aiuti ai paesi in via di sviluppo. Lo rivela l’edizione 2014 del rapporto sulla Trasparenza degli Aiuti, realizzato dall’organizzazione “Publish what you Fund”. Dall’analisi emerge che la maggior parte dei paesi europei sono poco trasparenti nel rendere pubblici i dati relativi alle proprie attività e ai finanziamenti ai paesi in via di sviluppo. Quest’anno l’Indice sulla Trasparenza degli Aiuti (ATI – Aid Transparency Index) valuta la performance dei 68 principali donatori del mondo.

La classifica divide i donatori in 5 categorie sulla base dei risultati ottenuti. VERY GOOD, GOOD, FAIR, POOR, VERY POOR. In generale bisogna registrare un corsa verso l’alto dei donatori in termini di trasparenza. Nella categoria VERY GOOD si classificano 7 organizzazioni (nel 2013 erano solo 4). Migliorano la loro performance la Banca africana di sviluppo, la Banca asiatica di sviluppo, il Canada, alcune agenzie della UE, il Global Fund, la Banca interamericana di sviluppo, la Svezia e UNICEF. Grandi miglioramenti sono stati compiuti anche dalla Finlandia, dal Ministero degli Affari Esteri e Sviluppo Internazionale francese, dalla Fondazione Gates, da Spagna e Svizzera. In Europa i paesi più trasparenti, ad oggi, restano il Regno Unito e la Svezia.

Gli stati membri dell’Ue, in particolare i Ministeri degli Affari esteri, sono tra i donatori meno trasparenti.Tra questi c’è il governo Italiano (che si classifica al 54 posto) tra Giappone e Polonia. La Grecia è fanalino di coda, collocandosi al 67o posto su 68 posizioni, prima della Cina.

L’Italia migliora quindi la sua posizione rispetto all’anno scorso (era 60 su 67) restando però saldamente inchiodata nella categoria VERY POOR. Secondo il rapporto, pur avendo recentemente attivato una piattaforma online ad hoc, il portale Open Aid, la Farnesina ancora non pubblica i suoi dati secondo lo standard IATI. “Publish what you fund” auspica che il nostro Paese, come tutti gli altri stati inadempienti, possa aderire allo standard internazionale entro dicembre 2015, come stabilito al vertice di Busan. L’Italia dovrebbe inoltre aggiornare il suo piano d’azione nazionale e includere impegni ambiziosi in materia di trasparenza degli aiuti.


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