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Niente da fare per Pistelli, Renzi s’inventa Gentiloni agli Esteri

Data: 04/11/2014

Alla fine l’ha spuntata Paolo Gentiloni nella sostituzione di Federica Mogherini alla Farnesina, unico nome in grado di accomodare i dictat di Napolitano con il leaderismo di Renzi. Il Ministro degli Esteri bello e pronto c’era già, questo è chiaro a tutti, e il suo nome era Lapo Pistelli. Ma Renzi non ce l’ha fatta, o meglio non ha voluto rischiare con la promozione del suo ex-amico/nemico in una poltrona così ingombrante, nonostante l’ok del Capo dello Stato. La storia la conosciamo, Renzi si è avvicinato ai palazzi della politica proprio grazie a Pistelli che nel 2003 lo candidò a segretario provinciale della Margherita a Firenze e che l’anno dopo lo propose e fece eleggere presidente della Provincia di Firenze. Poi la sfida delle primarie per sindaco di Firenze in cui Renzi aveva prevalso su Pistelli. Da allora tutto è cambiato tra i due.

Secondo le cronache di palazzo, quando il premier è salito al Quirinale per discutere la nomina del titolare della Farnesina aveva in mente un solo vero nome, quello della giovanissima Lia Quartapelle circolato appena dopo la Leopolda. Il Capo dello Stato ha detto no, spiegandogli che la Farnesina è un posto dove servono esperienza e statura politica. A quel punto Renzi ha allargato la rosa ad altre tre donne, Marina Sereni, Elisabetta Belloni e Marta Dassù, ricevendo da Napolitano un altro rifiuto. Pare che sia stato proprio il presidente della Repubblica a suggerire a Renzi il nome di Pistelli, già viceministro in quel dicastero, di lunga esperienza parlamentare, conosciuto in tutto il mondo per aver guidato gli Esteri del PD per molti anni, ruolo che aveva lo stesso Napolitano nel Pci. A quel punto Renzi ha avuto paura del vecchio fantasma, di affidare la politica estera a chi lo conosce meglio di tutti, a chi lo ha portato in politica. Per scacciare ogni paura ha pensato a Gentiloni, sicuramente poco esperto di politica estera, ma che non ingombra e non poteva ottenere un rifiuto dal Colle essendo già stato nominato ministro in passato dallo stesso Napolitano.

Secondo la psicologa Maria Rita Parsi, in psicologia questo atteggiamento rientra nella “sindrome rancorosa del beneficato”. Si tratterebbe di “quel sordo, ingiustificato rancore che coglie come un’autentica malattia chi ha ricevuto un beneficio, poiché tale condizione lo pone in evidente ‘debito di riconoscenza’ nei confronti del suo benefattore”. Accade così che Pistelli, a causa della sindrome è diventato – leggendo le parole della Parsi – “un peso del quale liberarsi”, “una persona da dimenticare se non, addirittura, da penalizzare e calunniare”. Ecco perché Gentiloni sarebbe diventato ministro degli Esteri, il quinto negli ultimi 18 mesi.


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