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Data: 16/05/2007
Cari lettori
"Stento a parlare di crisi dell'Europa. L'Europa è, siamo già cittadini europei".
"Maastricht è stato un punto di riferimento per l'Italia negli anni Novanta, forse l'unico, durante la difficile transizione del Paese".
"E' ineluttabile, andrà a finire così: l'Europa si farà Stato, per determinazione di uomini. E' la sorpresa finale di questo processo, che vedremo tutti noi, ancora in vita".
"I guadagni prodotti dall'integrazione sono nettamente superiori alle perdite: ad aggregarsi si fa un affare".
"I nuovi paesi membri sono un pezzo del futuro del nostro Paese. Già oggi sono irriconoscibili rispetto a pochi anni fa".
"All'Europa manca ancora l'afflato politico: sui giornali la gente gira la pagina dell'Europa, perché la considera un fatto tecnico. Sul calcio e sulla politica abbiamo litigato tutti, sull'Europa no. Bisogna poter litigare sull'Europa".
"La priorità per un giovane è abbattere le frontiere linguistiche e formative. L'apertura è una condizione necessaria. Un'intera generazione di Italiani deve andare a studiare fuori, e gli stranieri devono venire nelle nostre università. Erasmus è stata un'invenzione geniale, va moltiplicato per dieci o più".
Queste frasi non le abbiamo copiate da un pamphlet di un visionario, né dalle memorie del più illuso tra gli europeisti. Le ha pronunciate il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli durante il Forum "Economia e società aperta", che su iniziativa del giornale e dell'Università Bocconi ha affrontato per quattro giorni le grandi tematiche d'attualità con dibattiti di altissimo livello.
P.s.L'iniziativa, inaugurata tra gli altri dal Presidente Barroso, ha avuto il grande merito di rilanciare seriamente il dibattito sulle sfide che il nostro Paese deve affrontare. E l'Europa è sempre stata messa al centro delle questioni.
Grazie davvero Professor Monti.
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