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n. 46 del 23 maggio 2007

Data: 23/05/2007

Prodi a Strasburgo, due opzioni ed un messaggio chiaro per andare avanti
Con l'approssimarsi del 21 giugno, data del prossimo Consiglio europeo si moltiplicano le dichiarazioni riguardanti il futuro trattato. Si profilano le posizioni tra coloro che preferiscono un mini trattato contenente gli elementi essenziali del trattato costituzionale (ma quali?) e coloro che puntano ad un trattato più ampio che riprenda l'intero contenuto di quello dell'ottobre 2004, integrato da formule tipiche di un'Europa a geometria variabile.
Ieri a Strasburgo, Romano Prodi ha formulato ciò che pensa su questo tema. Di fronte al Parlamento europeo, ha delineato con chiarezza la posizione dell'Italia. Il Presidente del Consiglio dei Ministri parte da una considerazione importante parlando del trattato costituzionale firmato a Roma. "Quello del 2004 è un testo bello. Davvero bello. Con un grande respiro europeo. Che soprattutto nella prima parte trasmette in modo chiaro e comprensibile il senso e la visione della grande impresa che abbiamo intrapreso".
D etto questo Prodi ha suggerito di pensarci due volte "prima di archiviarlo e imboccare la via degli innesti a pettine, totali o parziali che siano, dei trattati esistenti".
Secondo l'ex presidente della Commissione europea perderemmo un testo che corrisponde ad una coerente concezione dell'Europa, che sa coniugare le aspirazioni ideali di molti di noi, con l'esigenza – pratica ed avvertita da tutti – di dare all'Unione regole più solide e mezzi più adeguati di fronte alle nuove sfide. Dopo aver constatato che sino a questo momento sembra che il testo del 2004 dovrà essere modificato, Prodi ha avvertito che l'Italia "non potrà accettare uno stravolgimento del pacchetto istituzionale" e delle principali innovazioni.
L'Italia, ha detto con fermezza il premier, lavorerà in questo negoziato per giungere ad un "compromesso alto".
Allo stesso tempo ha dichiarato, con altrettanta fermezza, che se un’ intesa a 27 non sarà possibile, l'unica risposta possibile è quella di ric hiamarsi all'etica dell'Unione europea che non consente a nessuno di comprimere troppo e per troppo tempo le aspirazioni degli altri. Nel concludere Prodi ha lanciato messaggi chiari.
Il primo: che l'Italia darà il suo massimo appoggio alla Presidenza tedesca ed a quella portoghese affinché il Consiglio europeo di giugno e la conferenza intergovernativa che seguirà siano un successo.
Il secondo: che se il compromesso che verrà raggiunto non dovesse convincerci, l'Italia non lo sottoscriverà. Un’avanguardia di paesi – ha avvertito Prodi - sarebbe il modo migliore per proseguire il percorso verso un'Unione sempre più stretta, a condizione che venga lasciata aperta a chi volesse entrare a farne parte in un momento successivo.


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