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Data: 27/02/2015

• Enti locali drivers per lo sviluppo: al via progetto LADDER
Si è svolto a Modena, il 21 e 22 febbraio scorsi, il primo Comitato direttivo del progetto LADDER – Local Authorities as Drivers for Development Education and Raising awareness, un progetto volto a sensibilizzare e rafforzare la capacità delle associazioni di enti locali e delle organizzazioni della società civile di agire in modo sostenibile come driver per lo sviluppo, promuovendo il ruolo di moltiplicatori nei propri paesi, comunità e reti, e un attivo impegno multi-livello nelle sfide globali. Il progetto, finanziato da EuropeAid, coinvolge ventisei partners provenienti da 18 paesi, di cui 15 da Stati UE e 3 dai paesi vicini e dai Balcani, e 20 associati di 20 paesi (5 UE e 15 non UE). Leader del progetto è ALDA, l’Associazione delle agenzie per la democrazia locale, la maggior parte delle quali con sede nei Balcani occidentali, dove l’ALDA esprime il proprio impegno promuovendo la buona governance, la partecipazione democratica, la sussidiarietà e l’integrazione. Approfondisci.


• Digitale: Italia da serie B
La recente classifica incentrata sulla digitalizzazione dell’Unione europea, stilata dalla Commissione europea, vede l’Italia piazzarsi al 25esimo posto (su 28 paesi…) e raccogliere un coefficiente legato a quello che viene chiamato in gergo tecnico “Digital Economy and society index” decisamente scarso. Ideata per misurare il grado di avanzamento tecnologico e le applicazioni in ambito economico e sociale dell’accessibilità alla Rete, la classifica ha sostanzialmente dipinto il ritratto di un’Europa spaccata in due, dove il nord Europa investe risorse nel progresso digitale, mentre il sud resta ancorato al versante analogico. Danimarca, Svezia e Paesi Bassi hanno conquistato i primi posti della particolare classifica, mentre peggio dell’Italia hanno fatto Grecia, Bulgaria e Romania.


• Consegna Premio del Cittadino europeo. Sindaco di Lampedusa: “nell’emergenza siamo soli”
I 47 vincitori del Premio del Cittadino europeo - di cui cinque italiani - si sono riuniti a Bruxelles, provenienti da 19 paesi dell’Unione, per la cerimonia di premiazione organizzata al Parlamento europeo mercoledì 25 febbraio. Il Parlamento europeo assegna dal 2008 questo premio a singoli, gruppi di persone o associazioni, distintesi nell’impegno per una maggiore integrazione europea, promotori concreti di dialogo tra i popoli, testimoni quotidiani dei valori contenuti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Dopo le cerimonie di premiazione nazionali, svoltesi nei singoli paesi nel 2014, ecco dunque una cerimonia più istituzionale nella sede del Parlamento europeo. I premi sono stati consegnati dalla Vicepresidente Sylvie Guillaume a Bruxelles. I Cittadini di Lampedusa, SOSERM SOS Emergenza Rifugiati Milano, Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, SOS SCUOLA di Alveare Cinema, Maria De Biase, sono i cinque vincitori italiani dell’edizione 2014 del Premio del Cittadino europeo. “Purtroppo Lampedusa nell’emergenza e nel momento in cui arrivano i naufraghi o i morti è sempre sola. Questo premio è motivo di orgoglio per noi perché significa che il valore del soccorso in mare, i diritti umani, l’accoglienza, sono valori che l’Europa sente come propri. Ma fino a quando ci sarà un’isola che viene premiata per questo, vuol dire che il resto dell’Europa non accoglie, non considera tali i diritti umani”. Per questo motivo questo riconoscimento “ha una doppia faccia”. Lo ha detto il Sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini. Dall’Europa il sindaco si aspetta “che cambino le politiche”. “Non serve solo rafforzare Triton, occorre cambiarne gli obiettivi, spostarli più a sud di Lampedusa e avere una politica dell’accoglienza”. Una politica dell’accoglienza che Nicolini chiede in particolare all’Italia. “Il nostro Paese deve uscire dalla logica dell’emergenza perché altrimenti è un caos sia in mare che a terra”, dice. Ciò che incrementa il traffico di esseri umani “sono le leggi di chiusura - ribadisce il primo cittadino - se questi disperati potessero chiedere asilo prima di salire su quei barconi, tutto sarebbe diverso, “anche le rotte migratorie cambierebbero”. In questo momento, conclude: “sono solo i criminali che decidono le rotte, chi fare partire, come, quando, e come farli morire”.


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