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Data: 06/02/2015

• Quartieri svantaggiati: il Consiglio d’Europa raccomanda
Negli Stati del Consiglio d’Europa, la presenza di quartieri svantaggiati è ancora una triste realtà. Si tratta di aree o comunità in cui i residenti vivono in condizioni di povertà, privazione, violenza, emarginazione, mancanza di opportunità, condizioni di vita difficili, ambienti degradati e vulnerabilità in misura più elevata rispetto alla maggior parte della popolazione. Eliminare la povertà, la discriminazione, la violenza e l’esclusione cui sono soggetti i giovani provenienti da quartieri svantaggiati deve essere un obiettivo principale delle politiche pubbliche in tutti i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. I delegati dei ministri dei 47 Stati raccomandano che tali politiche siano basate su dati oggettivi e sensibili alle tematiche di genere e prendano in considerazione le situazioni specifiche e le esigenze di questi giovani e che i servizi pubblici siano accessibili ed economicamente sostenibili. La Raccomandazione adottata recentemente dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa è incentrata su aree quali istruzione e formazione, impiego e occupazione, salute, alloggio, informazione e consulenza, sport, attività culturali e ricreative, sforzi volti all’abolizione della segregazione e dell’isolamento che hanno un impatto negativo sui quartieri svantaggiati, indipendentemente dalla loro ubicazione. Le politiche, secondo il documento, devono promuovere la partecipazione dei giovani provenienti da quartieri svantaggiati in tutti gli ambiti relativi alla pianificazione e alla gestione dell’ambiente in cui vivono. È stato evidenziato il ruolo dell’istruzione non formale e del lavoro dei giovani, come anche quello dei giovani lavoratori e delle organizzazioni giovanili nella prevenzione della discriminazione, della violenza e dell’esclusione e nella promozione di una cittadinanza attiva.


• Revisione statuti provinciali: i contributi dell’UPI
Dal mese di ottobre, dopo l’elezione dei nuovi organi di governo in 64 Province, è stata avviata la discussione per la revisione degli statuti provinciali. Come previsto dall’art. 1, comma 81, della legge 7 aprile 2014, n. 56, i nuovi statuti provinciali devono essere approvati “entro il 31 dicembre 2014” ma l’assemblea dei sindaci ha tempo approvare le modifiche statutarie fino al “30 giugno 2015”. A partire da questo termine ulteriore scatta l’esercizio del potere sostitutivo previsto dall’art. 8 della legge 131/03. Sulla base degli incontri di formazione e approfondimento e del confronto che è stato avviato a livello nazionale e nei territori, grazie al supporto delle Unioni regionali, l’Unione delle Province d’Italia ha elaborato alcuni contributi, che hanno la finalità di affrontare i punti essenziali dell’attività di revisione degli statuti provinciali. Approfondisci


• CdR: convegno su violenza domestica e prevenzione
Il 14 gennaio si è svolto a Bruxelles, presso il Comitato delle regioni e dei poteri locali (CdR), il convegno ad alto livello organizzato da Family Justice Centres in Europe (Centri di ascolto per le famiglie in Europa) in partenariato con il CdR, il suo presidente Michel Lebrun, l'unità "Parità di genere" della DG Giustizia (Commissione europea) e la rete Elisan. I Centri di ascolto per le famiglie, finanziati dal programma Daphne III, forniscono in un unico luogo un insieme di servizi e interventi per aiutare sia le vittime che gli autori degli abusi a interrompere il circolo vizioso della violenza e a sviluppare rapporti interpersonali sani. Questo modello, che secondo il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti rappresenta un esempio da seguire per i servizi di intervento contro la violenza domestica e la sua prevenzione, è attualmente applicato in diverse città europee, quali Varsavia, Berlino, Milano, Anversa, Tilburg e Venlo. "Si tratta di un progetto efficace ed efficiente di prevenzione della violenza familiare che riunisce una rete di partenariati pubblici e privati - un'esperienza unica in Italia", ha dichiarato Siria Trezzi, sindaco di Cinisello Balsamo. Secondo Sylvie Carrega, vicesindaco di Marsiglia e presidente della rete Elisan, "l'accesso all'aiuto attraverso risposte integrate in un unico luogo è spesso la soluzione più efficace per combattere la violenza".


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