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Cosa finanziamo per le Missioni internazionali e la Cooperazion

Data: 20/03/2015

Il Consiglio dei Ministri ha approvato e rifinanziato il mese scorso le Missioni internazionali delle Forze Armate e di Polizia nonchè le iniziative di cooperazione allo sviluppo legate a situazioni di emergenza umanitaria e conflitto. Per il capitolo denominato “cooperazione allo sviluppo” si tratta di circa 250 milioni. Le voci più importanti riguardano il sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (120 milioni), iniziative volte a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati in Afghanistan, Guinea, Iraq, Liberia, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Palestina (68 milioni) e 23 milioni per il finanziamento del fondo che finanzia le misure di sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e degli uffici consolari oltre che gli alloggi provvisori personale del MAECI. Ecco il dettaglio delle spese approvate

Missioni Internazionali e Cooperazione allo Sviluppo

Iniziative di cooperazione allo sviluppo


E’ autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 68.000.000 a integrazione degli stanziamenti per iniziative di cooperazione volte a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati, nonché a sostenere la ricostruzione civile in favore di Afghanistan, Repubblica di Guinea, Iraq, Liberia, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Palestina e, in relazione all’assistenza dei rifugiati, dei Paesi ad essi limitrofi.

E’ autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2015 e fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 1.700.000 per la realizzazione di programmi integrati di sminamento umanitario, di cui alla legge 7 marzo 2001.

Sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione
Nel quadro dell’impegno finanziario della comunità internazionale per l’Afghanistan dopo la conclusione della missione ISAF, è autorizzata per l’anno 2015, mediante i meccanismi finanziari istituiti nel quadro delle intese internazionali, l’erogazione di un contributo di euro 120.000.000 a sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia.

Sono autorizzate dal 1° gennaio 2015 e fino al 30 settembre 2015, le seguenti spese:
• euro 1.490.676 per interventi volti a sostenere i processi di stabilizzazione nei Paesi in situazione di fragilità, di conflitto o post-conflitto.
• ad integrazione degli stanziamenti, euro 2.000.000 per iniziative a sostegno dei processi di pace e di rafforzamento della sicurezza in Africa sub-sahariana e in America Latina e caraibica.
• euro 2.300.000 per la partecipazione finanziaria italiana ai fondi fiduciari delle Nazioni Unite e della NATO, per contributi al Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano, nonché per la costituzione nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di un fondo per la campagna di promozione della candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
• euro 10.781.848 per assicurare la partecipazione italiana alle iniziative PESC-PSDC, a quelle dell’OSCE e di altre organizzazioni internazionali, al fondo fiduciario InCE istituito presso la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, alla Fondazione Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica, nonché allo European Institute of Peace.
• euro 9.187.296 per interventi operativi di emergenza e di sicurezza destinati alla tutela dei cittadini e degli interessi italiani all’estero.
• euro 23.000.000 per il finanziamento del fondo di cui all’articolo 3, comma 159, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, anche per assicurare al personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in servizio in aree di crisi la sistemazione, per ragioni di sicurezza, in alloggi provvisori.
• euro 700.000 per la prosecuzione della realizzazione della nuova sede dell’Ambasciata d’Italia a Mogadiscio, con le modalità di cui all’articolo 9, comma 6-bis, del decreto-legge 1 agosto 2014, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 ottobre 2014, n. 141.


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