English version

altre informazioni

Data: 30/03/2015

Alla conferenza stampa partecipano la senatrice Valeria Fedeli, Vice Presidente del Senato, l’onorevole Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio in materia di pari opportunità, la Dott.ssa Ludovica Agrò, Direttrice dell’Agenzia per la Coesione e lo Sviluppo, la Dott.ssa Tiziana Pompei , Vice Segretaria Generale di Unioncamere, Annamaria Isastia Presidente Nazionale dell’organizzazione Soroptimist International e le rappresentanti degli Stati Generali delle donne coordinate da Isa Maggi, Presidente Nazionale di Business Innovation Center e Coordinatrice di “Sportello Donna” di Pavia.


• Sicurezza stradale: diminuisce mortalità su strade italiane ed europee, ma…
Lo scorso anno, i morti per incidenti stradali nei 28 paesi dell’Unione sono stati 25.700, l’1% in meno rispetto al 2013. Un passo avanti ma senza dubbio meno ambizioso rispetto ai due anni precedenti nei quali il numero di decessi era sceso dell’8%. Il numero di vittime sulla strade UE è complessivamente calato del 18% tra il 2010 e il 2014, una riduzione ancora distante però dall’obiettivo europeo di ridurre le vittime di almeno il 50% tra il 2010 e il 2020. Il rapporto rivela che la stragrande maggioranza dei morti a causa di sono uomini (il 76%) e particolarmente anche i giovani: ragazzi e ragazze fra i 15 e i 24 anni costituiscono il 17% di tutte le vittime, quando rappresentano l’11% della popolazione. Il 22% delle vittime di incidenti sono stati pedoni, l’8% ciclisti e il 15% motociclisti con l’Italia, rispetto a quest’ultimo dato, decisamente sopra la media europea (21%). Complessivamente in Italia, le vittime della strada lo scorso anno sono state 52 per milione di abitanti, in calo del 6% rispetto al 2013 e del 23% rispetto al 2010. Malta, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito registrano i tassi più bassi di mortalità su strada, mentre i Paesi più pericolosi (con tassi di mortalità sopra i 90 morti per milione di abitanti) sono Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania. Approfondisci


• Sentenze diritti dell’uomo: Italia in ritardo
L’Italia in forte ritardo nell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. Secondo l’ottavo rapporto del Consiglio d’Europa, nel 2014 i casi pendenti a carico dell’Italia erano 2.622, in aumento rispetto ai 2.593 del 2013. A livello generale il rapporto del Consiglio sull’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo rivela una riduzione del numero totale di casi pendenti e un incremento del numero di casi chiusi a seguito dell’adozione delle misure richieste da parte dei paesi aderenti all’organizzazione paneuropea. In controtendenza l’Italia, dove il numero delle sentenze non eseguite risulta in crescita tra il 2013 e il 2014. Con 2.593 sentenze non eseguite, il nostro paese occupa l’ultimo posto della classifica stilata dal Consiglio d’Europa, a distanza siderale dai 19 casi pendenti della Germania e con oltre mille casi in più rispetto ai 1.500 della penultima classificata, la Turchia, e ai 1.474 della terzultima, la Russia.


• Programmi operativi: si va delineando quadro
Sono 266 i programmi operativi (PO) 2014-2020 approvati ad oggi dalla Commissione europea, per un valore di 256 miliardi di euro (su un totale di € 450 miliardi), che rappresentano l’80% di tutti i PO. La Commissione stima di approvare i restanti 100 programmi operativi entro giugno. Se questo é il quadro europeo, in Italia, in attesa che siano approvati gli ultimi documenti, si va delineando il quadro della Programmazione dei fondi europei 2014-2020. Per quanto riguarda il FESR- il fondo europeo di sviluppo regionale- sono infatti on line sul sito della Commissione europea 3 degli 8 programmi operativi nazionali (PON) (di cui tre sono finanziati da solo FESR e cinque dal FESR e dal FSE), e 11 dei 21 programmi operativi regionali (POR). Approfondisci


• Asilo, migrazione e integrazione e Sicurezza: 1,8 miliardi di euro dall’Europa
La Commissione europea ha recentemente approvato 22 nuovi programmi nazionali pluriennali nell’ambito del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (FAMI) e del Fondo per la sicurezza interna (ISF) per il periodo 2014-2020, per un valore complessivo di circa 1,8 miliardi di euro. Altri 36 programmi nazionali saranno approvati nel corso dell’anno. Queste due linee di azione per i finanziamenti dell’Unione sostengono gli sforzi degli Stati membri nei settori Asilo, migrazione e integrazione e Sicurezza interna.


Pagina precedente