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Data: 31/03/2015

• Comunicare (correttamente) l’Europa
Si è svolto lo scorso 24 marzo il seminario per giornalisti "Europa e Italia: istituzioni politiche e fonti d’informazione". L’iniziativa è stata organizzata dall’Ordine dei giornalisti in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e l’Associazione giornalisti Scuola di Perugia e si è svolta a Roma, presso lo Spazio Europa. Obiettivo della giornata è stato quello di dare ai giornalisti gli strumenti per comprendere le Istituzioni europee al fine di rendere l’informazione legata a temi UE il più competente possibile. Attraverso l’illustrazione degli errori più comuni e le difficoltà che si incontrano nel comunicare l’Europa, così come tutte le opportunità che l’UE mette a disposizione dei giornalisti si è cercato di dare delle indicazioni sicure e utili tutti i giorni si occupa di dare delle informazioni utili a tutti. Tra i relatori, il Direttore della Rappresentanza Lucio Battistotti, il direttore di Euractiv Giampero Gramaglia, ed il capo ufficio stampa della Rappresentanza Ewelina-Jelenkowska-Lucà che hanno illustrato le istituzioni e le competenze UE, le fonti d’informazioni e il bilancio dell’UE. Questa iniziativa rientra nel progetto formativo messo in piedi dall’Ordine dei giornalisti e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea.


• Costo del lavoro nell’UE: Italia al terzo posto
L’Italia anche nel 2014 è rimasta al sul podio dei Paesi dell’Unione europea per l’incidenza degli oneri vari sul costo del lavoro (il 28,2%): secondo i dati Eurostat solo la Francia e la Svezia superano l’Italia con quote pari rispettivamente al 33,1 e al 31,6%. Lo scorso anno il costo complessivo di un’ora di lavoro in Italia è però cresciuto solo dello 0,7% rispetto al 2013, un tasso inferiore sia alla media dell’Eurozona (1,1%) che a quella Ue (1,4%). Nella media europea, il peso degli oneri extra-salariali sul costo orario del lavoro (principalmente quelli previdenziali e fiscali) si è attestato al 24,4%, incidenza che sale al 26,1% nella media dell’Eurozona. Alle spalle dell’Italia, secondo i dati Eurostat, si collocano la Lituania (28%), il Belgio (27,8%) e la Repubblica ceca (27,1%). I Paesi con meno oneri sul costo del lavoro sono invece Malta (6,9%) e Danimarca (13,1%). In termini assoluti, lo scorso anno il costo di un’ora di lavoro in Italia è stato, in base ai dati pubblicati da Eurostat, di 28,3 euro contro i 29 della media Eurozona e i 24,6 della media Ue. Nel settore industriale l’Italia figura al di sotto della media Eurozona (28 euro contro 31,8) e sopra quella Ue (25,5), nelle costruzioni si attesta sui 24,7 euro (25,6 la media Eurozona e 22 quella Ue) e nei servizi a 27,2 euro (28 l’Eurozona e 24,3 l’Ue). Dove invece il costo del lavoro ha superato sia la media Eurozona (28,9) che quella Ue (24,7) è il settore che raggruppa educazione, sanità, attività ricreative e altro: qui il dato segnalato da Eurostat per l’Italia è stato pari a 32,3 euro all’ora. (fonte: ANSA).


• Aiuti di Stato: giornate di formazione per giudici
Formare i giudici nazionali e sensibilizzarli alle nuove norme europee in materia di aiuti di Stato.
Questo è l’obiettivo delle due giornate di formazione che l’Ufficio di Milano della Commissione europea sta organizzando in questi giorni a Milano (30 e 31 marzo). L’evento è promosso in attuazione dell’Accordo di partenariato 2014-2020 tra la Commissione europea e il Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Al corso di formazione stanno partecipando esperti giuridici delle istituzioni organizzatrici e sarà l’occasione per fare il punto sulle recenti evoluzioni della legislazione europea in materia di aiuti di Stato. Nella prima giornata, verrà trattato l’argomento concernente il ruolo dei giudici nazionali nelle controversie in materia di aiuti di Stato e il riparto di giurisdizione in materia tra giudice ordinario, amministrativo, tributario e l’eventuale connessione con il procedimento penale. La seconda giornata sarà dedicata all’esame della normativa sostanziale relativa al regime di esenzione dal divieto degli aiuti di Stato previsto dalla nuova normativa europea di modernizzazione degli aiuti e il nuovo regime delle responsabilità degli Stati membri nella progettazione delle misure di aiuti di Stato.


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