Data: 03/04/2015
Newsletter Eurocultura - Visto J-1 USA
Editoriale
Per entrare negli Stati Uniti d’America esistono numerosi visti. Tra i giovani il più popolare è il visto J-1, detto “quello del cultural exchange”, con il quale si può partecipare a programmi come:
1. alla pari fino a 12 mesi; 2. studio; 3. internship / traineeship fino a 18 mesi; 4. lavoro estivo fino a 4 mesi; 5. ricercatore universitario, ecc.
Il visto J-1 consente di risiedere negli USA per il periodo strettamente indicato nel programma, più un mese prima dell’inizio del programma e un mese dopo la conclusione del programma.
Completato il programma, si deve tornare nel Paese di residenza.
Requisiti: buon livello d’inglese; età, preparazione e risorse economiche secondo i singoli programmi. Caratteristica fondamentale del visto J-1 è che viene concesso a chi ha uno sponsor americano (datore di lavoro o scuola) che avvia la pratica e poi accoglie il candidato.
In Italia esistono numerose agenzie che hanno contatti con gli enti americani organizzatori di programmi che prevedono il visto J-1:
• Padova • Milano • Milano • Bologna • Torino
Le agenzie in Italia richiedono il pagamento di una quota, in cambio della quale aiutano a orientarsi e a svolgere tutte le pratiche burocratiche. Se ci si vuole arrangiare da soli, ci si può rivolgere direttamente agli enti americani autorizzati dal Governo USA ad occuparsi dei visti J-1.
Segnaliamo le seguenti: • Programmi Work & Travel in tutto il Paese • http://www.cci-exchange.com • Internships, PCT (Professional Career Training) e Work & Travel • Programmi Work Experience (il più popolare è il Camp Counselor), soprattutto nei parchi nazionali e nei parchi divertimento • Programmi Work & Travel • Sito governativo che riporta informazioni e l’elenco delle organizzazioni sponsor.
Qualunque via si scelga, si deve mettere in conto che passeranno alcuni mesi tra il momento dell’informazione iniziale e quello dell’arrivo negli USA. In pratica: se si vuole partire in estate, occorre cominciare a muoversi a gennaio.
Fonte: Eurocultura.
Pagina precedente
|