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Data: 28/04/2015

• CdR: “manca investimento europeo nel settore trasporti”
Il Comitato europeo delle regioni e dei poteri locali (CdR) è “preoccupato per la mancanza di investimenti da parte dell’UE nel settore dei trasporti”. Secondo il CdR, negli ultimi quattro anni si sono registrati scarsi progressi anche per quanto concerne l’integrazione del mercato europeo dei trasporti. Nella sessione plenaria dello scorso 16 aprile, il CdR ha approvato l’obiettivo della Commissione europea di trasformare il sistema europeo dei trasporti promuovendo l’indipendenza dal petrolio e realizzando una mobilità intermodale. Ha tuttavia manifestato perplessità e preoccupazione, giacché il piano Juncker assorbirà risorse per 2,7 miliardi di euro “quando invece il bilancio è già insufficiente per sviluppare la rete transeuropea di trasporto”. Le regioni rappresentate in seno al CdR deplorano “gli investimenti di livello chiaramente inadeguato” che l’UE stanzia per un sistema di trasporto sostenibile, e sottolineano che i trasporti sono una componente essenziale dell’economia dell’Unione e che devono rimanere una politica europea di primaria importanza. Il parere sottolinea inoltre che occorre rendere più competitivo il settore europeo dei trasporti, e chiede perciò di promuovere e garantire la libera circolazione delle merci e dei prodotti nel mercato interno dell’UE. Il Comitato fa tuttavia notare l’assenza, sinora, di iniziative di rilievo destinate ad approfondire il mercato interno - e questo sebbene tali iniziative rivestano una particolare importanza per il trasporto su strada. Per quanto riguarda il trasporto su strada e quello ferroviario, il CdR chiede di rafforzare il trasferimento modale dal primo al secondo, come pure di promuovere l’interoperabilità tra sistemi ferroviari. Invitano tuttavia a dedicare altrettanto impegno al trasporto pubblico urbano, poiché quest’ultimo può esercitare il “più forte impatto diretto” sull’ambiente e sulla qualità di vita dei cittadini, soprattutto nelle zone più densamente popolate dell’UE.


• Fondi europei in Sicilia, Cretu: “ritardi e difficoltà”
“Ci sono dei ritardi e delle difficoltà nella spesa dei fondi strutturali”, ha detto la commissaria europea per la Politica regionale Corina Cretu nella sua recente visita in Sicilia, per fare il punto sulla spesa dei fondi UE. “Negli ultimi due anni sono stati fatti passi in avanti, ma occorre fare di più. Il 2015 sarà un anno cruciale: ci sono otto mesi di tempo per recuperare il tempo perduto e non perdere questa occasione”. Per il periodo 2014-2020 “la Sicilia avrà a disposizione 3,2 miliardi di euro provenienti da Bruxelles, una cifra considerevole che dev’essere ben spesa nel contesto di un percorso condiviso tra Commissione europea e regione Sicilia”. In particolare, ha concluso la commissaria, “occorre accelerare sulla presentazione dei progetti per il nuovo settennato, progetti in grado soprattutto di aggredire la forte disoccupazione”. “Utilizzeremo tutti i fondi europei a disposizione della Sicilia”, assicura il Governatore Rosario Crocetta, “nel 2012 eravamo al 12% di certificazione e al 65% di fondi impegnati, mentre ora siamo rispettivamente al 60% e al 112%, in quanto abbiamo sottoposto progetti supplementari per evitare il disimpegno di risorse, che non avverrà. Ce la faremo, non perderemo neppure un euro”.


• CdR: pareri su occupazione e sicurezza sul lavoro
La Gazzetta ufficiale comunitaria ha pubblicato alcuni pareri del Comitato delle regioni e dei poteri locali (CdR). Tra i temi trattati: “Estendere la protezione delle indicazioni geografiche dell’Unione europea ai prodotti non agricoli”; un quadro strategico dell’Unione europea in materia di salute e di sicurezza sul lavoro 2014-2020”; “Piano d’azione verde per le PMI e iniziativa per favorire l’occupazione verde”; “orientamenti sulle misure per collegare i Fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI) a una sana gestione economica”; “Gli Enti locali e regionali e la protezione multilivello dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali nell’Unione europea”. Scarica la Gazzetta.


• Terremoto Nepal: la solidarietà dell’Unione
Quale reazione immediata alle devastazioni provocate dal terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso l’Unione europea ha messo a disposizione 3 milioni di euro. Ciò si aggiunge all’assistenza fornita dagli Stati membri e all’invio di esperti della Commissione in materia di aiuto umanitario e di protezione civile nella zona colpita dalla crisi. L’aiuto d’emergenza della Commissione mira a soddisfare i bisogni più urgenti nelle aree maggiormente colpite, fornendo acqua pulita, medicinali, ripari d’emergenza e strutture di telecomunicazioni.


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