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Data: 25/05/2015

• Ambiente: acque marine in miglioramento. Bene l’Italia
La qualità delle acque europee è migliorata di oltre un punto percentuale rispetto al 2013 e l’Italia è tra i primi della classifica. Lo dice lo studio condotto dall’AEA, l’Agenzia europea per l’ambiente, che ha esaminato le acque marine e fluviali dei paesi dell’Unione europea, di Svizzera e Albania. I dati dello studio dell’Agenzia europea per l’ambiente sono relativi al 2014 e mostrano che tra i paesi dell’Unione l’83% delle acque raggiunge una qualità eccellente e il 95% è in regola. Le acque migliori sono quelle di Cipro, Lussemburgo e Malta seguite da Grecia, Croazia e Germania, in fondo alla classifica si piazza l’Albania. Il 96,6% delle acque italiane ha i requisiti minimi di qualità, anche se il 2% delle zone balneari ha una scarsa quantità di acqua. Approfondisci.


• Natura: scenario di luci ed ombre
La Commissione europea ha recentemente adottato una nuova relazione che offre uno scenario complessivo sullo Stato della natura nell’Unione europea. I risultati dimostrano che la maggioranza degli uccelli gode di uno stato sicuro e che per alcuni habitat e specie la situazione è migliorata. Per quanto riguarda gli uccelli, la relazione conclude che più di metà di tutte le specie di uccelli selvatici prese in considerazione (52%), godono di uno stato sicuro. Circa il 17% delle specie risulta tuttavia ancora minacciata mentre, per un altro 15% si parla di stock quasi a rischio, in declino o depauperati. Per quel che riguarda le altre specie protette dalla Direttiva Habitat, quasi un quarto, (23%) ha ricevuto una valutazione positiva. Per più della metà 60% lo stato indicato è ancora "sfavorevole". Le praterie, le terre umide e le dune destano particolare preoccupazione. In linea generale, invece, i diversi habitat presentano uno stato di conservazione peggiore di quello delle specie animali, considerato che solo il 16% delle valutazioni che li riguardano è positiva. Le principali minacce relative ai diversi ambienti sono date da alcune pratiche agricole (ad esempio modifiche di pratiche colturali, eccessivo sfruttamento del pascolo, abbandono dei sistemi pastorali, fertilizzazione e pesticidi) e dalle «modifiche delle condizioni naturali» causate dall’uomo (per lo più relative ai cambiamenti idrologici). Approfondisci.


• Se la crisi la pagano i bambini: mostra a Strasburgo
È stata aperta nei giorni scorsi al Consiglio d’Europa di Strasburgo una mostra di video e brevi film di animazione creati da bambini di otto regioni d’Europa per raccontare l’impatto della crisi economica e delle misure di austerità sulla loro vita. Molti governi hanno dovuto prendere decisioni talvolta difficili per garantire la stabilità economica, ha detto il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, all’apertura della mostra. “La giustificazione morale dell’austerità è che si debbano intraprendere passi dolorosi oggi, per evitare che le future generazioni siano costrette a pagare ancora domani il prezzo dei nostri errori”, ha aggiunto. “Tuttavia, troppo spesso sono invece appunto i nostri figli a sopportare il peso di tali politiche.” È quanto illustra esattamente la mostra “Austerity Bites: Children’s Voices” (I morsi dell’austerità: i bambini raccontano), iniziativa congiunta del Consiglio d’Europa e dell’European Network of Ombudspersons for Children. Trentasei bambini e adolescenti di otto comuni e regioni d’Europa (Roma, L’Aja, Gand, Atene, Bruxelles, Glasgow, Preston, Marsiglia), con l’aiuto di produttori professionisti hanno creato brevi video e filmati di animazione per raccontare come la crisi economica e le risposte per contrastarla stiano danneggiando i loro diritti e le loro opportunità di vita. I bambini hanno subito la crisi più degli adulti, ha sostenuto il Segretario generale: basti pensare che, se il numero di persone che vivono in condizioni di gravi privazioni materiali rappresenta circa il 9% degli adulti nell’UE, tale tasso sale all’11% per i bambini. Oggi, oltre 26 milioni di bambini in Europa sono a rischio di povertà o di esclusione sociale, ossia 800.000 bambini di più rispetto al 2008. Il Segretario generale Jagland ha sottolineato al riguardo l’importanza della Carta sociale europea riveduta, il cui articolo 17 sancisce esplicitamente il diritto dei bambini e dei giovani alla tutela sociale, giuridica ed economica, e ha esortato tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa a sostenere pienamente l’applicazione della Carta.


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