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Data: 12/11/2015

Sugli Aiuti pubblici allo sviluppo, la relazione afferma che, contrariamente a quanto sostenuto da De Melo, questi fondi continuano a svolgere un ruolo fondamentale nella mobilitazione delle risorse, in particolare di quelle a favore dei Paesi più poveri e vulnerabili, ma rileva anche che nonostante l’aumento negli ultimi dieci anni, la tendenza degli APS non sia stata affatto incoraggiante, attestandosi in media allo 0,29% del PIL del 2014, ben al di sotto del livello desiderato dello 0,7%.
Per Alex Izurieta, economista della divisione sulla Globalizzazione e Strategie di Sviluppo dell’UNCTAD, i partenariato pubblico – privato possono contribuire in una certa misura al finanziamento di progetti di sviluppo, ma di fatto non generano maggiori finanziamenti.

In Italia infine, un’altra posizione dubbiosa verso i nuovi finanziamenti innovativi, arriva dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica. Secondo il presidente Andrea Baranes i rischi di questo nuovo approccio sono abbastanza evidenti, “la Cooperazione potrebbe trasformarsi in uno strumento di promozione commerciale per le nostre imprese, in cui un privato con sempre maggiore potere economico e decisionale, riesce a indirizzare i fondi (sia quelli propri sia quelli pubblici) verso Paesi e progetti nei quali vede un ritorno economico, mentre magari proprio le nazioni più povere o i progetti più necessari vengono accantonati”. (a cura di Vincenza Lofino).



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