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Dalla Commissione (continua 2)

Data: 13/10/2005

La Commissione invita l’Italia a modificare la legge sulla privatizzazione delle imprese pubbliche e a dare esecuzione alla sentenza della Corte di giustizia sugli investimenti nelle società del settore energetico
Bruxelles, 13 ottobre 2005. La Commissione europea ha deciso di invitare formalmente l’Italia a modificare la legislazione sull’esercizio dei poteri speciali nelle società privatizzate. Le riserve della Commissione riguardano i criteri fissati dal decreto 10 giugno 2004 per l’esercizio dei poteri speciali, criteri che a suo parere non giustificano il controllo dell’assetto proprietario e della gestione delle società privatizzate interessate, e che configurano pertanto una restrizione ingiustificata della libera circolazione dei capitali e del diritto di stabilimento, in violazione delle disposizioni del trattato CE (rispettivamente articoli 56 e 43). La richiesta della Commissione è stata formulata sotto forma di parere motivato, che costituisce la seconda fase della procedura di infrazione prevista all’articolo 226 del trattato CE. In mancanza di risposta soddisfacente dell’Italia entro due mesi dal ricevimento del parere, la Commissione potrebbe decidere di presentare ricorso alla Corte di giustizia delle Comunità europee. La Commissione ha anche deciso di rammentare all’Italia l’obbligo di dare esecuzione alla sentenza della Corte di giustizia del 2 giugno 2005 in merito alla legge sugli investimenti in imprese del settore energetico. La Corte ha ritenuto che la sospensione automatica dei diritti di voto inerenti a partecipazioni superiori al 2% del capitale sociale delle imprese italiane dei settori dell’elettricità e del gas, nel caso di partecipazioni acquisite da imprese pubbliche non quotate in mercati finanziari regolamentati e che beneficiano nel proprio mercato nazionale di una posizione dominante, viola le norme del trattato CE sulla libera circolazione dei capitali (articolo 56). La richiesta di informazioni in merito all’esecuzione della sentenza della Corte è stata inviata all’Italia sotto forma di “lettera di costituzione in mora”, conformemente alla procedura di infrazione prevista dal trattato CE in caso di mancata esecuzione di una sentenza della Corte (articolo 228).
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