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Sondaggio 2015 sull’impatto di Erasmus Mundus sui laureati

Data: 19/04/2016

Il programma Erasmus Mundus offre agli studenti di tutto il mondo l’opportunità di studiare in due o più paesi europei a livello di Master. Il sondaggio pubblicato mostra che oltre il 90% dei partecipanti è rimasto soddisfatto dal programma, con oltre il 65% “molto soddisfatto”. In generale, l’81% dei laureati è rimasto soddisfatto dalla qualità dei corsi offerti. Alcuni settori sono stati giudicati particolarmente soddisfacenti, quali Salute e Servizi Sociali. Inoltre, il 92% dei laureati sostiene che le sue competenze linguistiche siano migliorate grazie al programma. I laureati hanno tuttavia lamentato uno scarso collegamento con i potenziali datori di lavoro e poca esperienza pratica durante il corso (72%).

Il sondaggio rivela che i laureati Erasmus Mundus sono tenuti in grande considerazione nel mercato del lavoro. Quest’anno il 66.2% dei laureati aveva già trovato un lavoro durante il periodo di pubblicazione del sondaggio, con quasi il 60% che l’ha trovato in meno di due mesi dalla laurea. Quasi un terzo dei laureati è riuscito a trovare il lavoro tramite un portale per l’impiego online. Oltre il 40% di coloro che non avevano trovato un’occupazione a tempo pieno al momento del sondaggio, ha affermato che in quel momento non ci fossero offerte lavorative all’altezza o rispondenti ai propri interessi.

Secondo i laureati, Erasmus Mundus ha avuto un forte impatto soprattutto sulle loro competenze interculturali (58.7%) e la loro carriera (43.5%). Inoltre, al termine del corso, il 53.2% degli intervistati vive e lavora ancora in un paese UE, mentre solo il 17.8% dei laureati è originario dell’UE. L’Unione Europea è considerata un luogo di lavoro particolarmente attraente per le sue opportunità di impiego (73.3%) e la qualità del contesto lavorativo e di vita (56.1%).

Il sondaggio sottolinea che la visibilità del programma Erasmus Mundus è sufficientemente buona, ma che potrebbe essere migliorata in alcune regioni del mondo, in particolare nell’UE, in Oceania e nelle Americhe, in cui una larga parte di partecipanti ritiene che il programma sia più o meno sconosciuto. Come nei sondaggi precedenti, un alto numero di candidati (48.7%) ha scoperto il programma attraverso Internet. Gli amici rappresentano la seconda fonte di informazione (26.1%), a cui fa seguito l’università (15.7%).

Le conclusioni tratte sono duplici: innanzi tutto, è necessaria una maggiore presenza su Internet per accrescere la visibilità del programma attraverso la promozione online; in secondo luogo, è necessario sostenere e incoraggiare le università ed altri istituti di istruzione ad avere un ruolo più attivo nella promozione del programma.


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