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Un consiglio? Imparate un po’ di olandese

Data: 06/07/2016

Jonna è olandese, ma da ormai un anno vive a Torino. Dopo la laurea in Ingegneria Energetica ottenuta presso l’Università Politecnica di Delft e dopo un Erasmus ad Istanbul, ha deciso che sole e mare fanno per lei e si è trasferita in Italia. Oggi le chiediamo di raccontarci qualcosa sulla sua esperienza di vita e lavoro in terra straniera.

È difficile trasferirsi in un Paese straniero, innanzitutto per il problema linguistico: tu parlavi già l’italiano prima di venire a vivere qui?
No, ma una lingua si impara in fretta quando si vive in un paese in cui per forza, per ogni cosa, si è obbligati ad esprimersi in quella lingua. È come un’immersione totale, e questo velocizza tantissimo il processo di apprendimento. Inoltre io parlo già altre lingue, e questo mi ha aiutato perché sono tante le corrispondenze o le somiglianze tra lingue che sembrano anche molto lontane.

Oltre all’olandese quali altre lingue conosci?
Oltre all’olandese parlo inglese, spagnolo ed ora italiano, un po’ di francese e di tedesco, ed avevo imparato turco (a livello di scambi di base di vita quotidiana, perché è una lingua difficilissima) quando studiavo ad Istanbul. E io non sono un caso così eccezionale: in Olanda tutti dai 13 ai 16 anni studiano a scuola almeno due lingue se non tre. E l’inglese lo parla chiunque, abitualmente.

E così hai deciso di trasferirti qui da noi… Com’è stato trovare lavoro, hai avuto delle difficoltà?
Purtroppo sì, soprattutto all’inizio, perché il modo di ricercare una figura professionale, e di conseguenza anche di proporsi per un lavoro, sono molto diversi in Italia rispetto a ciò cui siamo abituati in Olanda.
Innanzitutto il curriculum: in Olanda è molto breve, ma deve sempre essere accompagnato da una lettera di presentazione, molto dettagliata e specifica per il lavoro per cui ci si sta proponendo, in cui vanno evidenziati i motivi per cui si vorrebbe lavorare in quel ruolo e in quell’azienda specifica. Mentre in Italia la lettera di presentazione consiste in due righe di testo quasi sempre uguali, tutta un’altra cosa! Chissà cos’avranno pensato i primi italiani che hanno letto le mie prime lettere…
All’inizio è tutto una scoperta, e bisogna trovare il modo per mettere in luce le proprie capacità in un modo diverso.
Anche il momento del colloquio è diverso: mentre qui in Italia si tratta quasi sempre di colloqui molto tecnici, in Olanda viene dato più spazio alla personalità, agli obiettivi di carriera, mentre l’aspetto più puramente tecnico è limitato nella maggior parte dei casi al solo curriculum vitae.

Fino ad ora ci hai parlato di come è venire a lavorare in Italia; quali sono invece i consigli che daresti a chi vorrebbe andare a lavorare in Olanda?
Un consiglio soltanto, il più importante: imparare un po’ di olandese, magari facendo un corso intensivo full time anche breve, e comunque dimostrare che si ha voglia di imparare la lingua. Perché è vero che in Olanda tutti parlano inglese, ma allo stesso siamo anche noi orgogliosi della nostra cultura e della nostra lingua.


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