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Data: 03/05/2017

Tra i principali sponsor ci sarebbero la Schiebel, azienda austriaca che produce i droni di cui l’organizzazione si avvale per individuare i barconi in mare, e ingenti donazioni da parte di Caritas Germany, Unique Maritime Group, Avaaz.org e Croce rossa italiana. Sul sito del MOAS è possibile leggere i rendiconti degli anni scorsi compreso quello del 2015. Le entrate complessive ammontano a 5 milioni 704 mila euro, e le spese complessive, 4 milioni e 396mila euro.

In molte occasioni Zuccaro ha fatto indirettamente riferimento alla ONG dei coniugi Catrambone che sorprende per la sua dotazione tecnologica e finanziaria. I Catrambone in qualità di imprenditori gestiscono Tangiers group, azienda specializzata in assicurazioni in zone ad alto rischio, assistenza d’emergenza e servizi d’intelligence in zone di conflitto.

L’audizione di oggi potrà essere senza dubbio utile per chiarire una serie di rivelazioni che sono circolate nelle ultime settimane su diversi giornali. Si tratta di accuse gravi secondo cui le attività in mare di MOAS possano aver coperto attività d’intelligence per conto del governo statunitense operate da una delle due navi del MOAS sulla quale sarebbero state installate strumentazioni per intercettazioni ad ampio raggio.

Chi sono le altre ONG che operano i salvataggi nel Mediterraneo
Medici senza frontiere è presente nel Mediterraneo su tre navi: “Bourbon Argos”, “Dignity I” e “Aquarius”; da marzo 2017 è in mare una nuova imbarcazione, la “Prudence”, che può ospitare fino a 600 persone e altre 400 in caso di estrema necessità.
Save the children: nel Mediterraneo centrale partecipa alle operazioni di ricerca e soccorso con la nave “Vos Hestia”.
Sos Mediterranee: può contare su “Aquarius”, che batte bandiera di Gibilterra, una nave guardapesca con a bordo anche personale di Medici senza frontiere: è stata ideata dall’ex ammiraglio della Marina tedesca Klaus Vogel e ha sedi in Francia e Italia.
Sea Watch Foundation: ha due unità navali una che batte bandiera neozelandese, l’altra olandese.
Sea-Eye: No-profit fondata nel 2015 da un imprenditore tedesco di Ratisbona, Michael Buschheuer e dai suoi familiari, puo’ contare su un’unita’ che batte bandiera olandese, un vecchio peschereccio riadattato, la “Sea-Eye”, e da marzo e’ attivo il “Seefuchs”.
Lifeboat: opera con una nave con bandiera tedesca;
Jugend Rettet: a un peschereccio con bandiera olandese, il “Iuventa”, messo in mare da un gruppo di giovani europei che ne ha finanziato l’acquisto. Gestiscono complessivamente sei navi.
Proactiva Open Arms: ONG spagnola, ha operato con due navi e si è occupata anche di salvare i migranti siriani che tentavano di raggiungere l’isola greca di Lesbo partendo dalla Turchia. Una unità navale batte bandiera panamense, l’altra di Malta. Ha utilizzato per diverso tempo la “Astral”, uno yacht trasformato in vascello di salvataggi.

Guarda il video dell’audizione del Procuratore Zuccaro.


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