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Istruzione e formazione nell’UE: le disuguaglianze rimangono una sfida

Data: 10/11/2017

L'edizione 2017 della relazione di monitoraggio della Commissione del settore dell'istruzione e della formazione indica che i sistemi nazionali di istruzione stanno diventando più inclusivi ed efficaci.
Tuttavia, sebbene gli Stati membri stiano compiendo progressi verso la realizzazione della maggior parte degli obiettivi chiave dell'UE per la riforma e la modernizzazione dell'istruzione, sono necessari maggiori sforzi per raggiungere l'uguaglianza nell'istruzione.

Il livello d'istruzione è importante per determinare i risultati in ambito sociale.

Le persone che posseggono solo un'istruzione di base hanno quasi tre volte più probabilità di vivere in una situazione di povertà o di esclusione sociale rispetto alle persone con un livello di istruzione terziaria.

I dati più recenti della relazione di monitoraggio mostrano che nel 2016 solo il 44% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che avevano concluso il ciclo di istruzione secondaria inferiore hanno trovato lavoro.

Il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 e i 64 anni è anch'esso molto più alto per coloro che posseggono solo un'istruzione di base rispetto a coloro che hanno un'istruzione terziaria (16,6% contro 5,1%).

Al tempo stesso lo status socioeconomico degli alunni determina i loro risultati: ben il 33,8% degli alunni provenienti dagli ambienti socio-economici più svantaggiati ha risultati insufficienti, rispetto a solo il 7,6% dei loro coetanei più privilegiati.

Uno degli obiettivi dell'UE per il 2020 consiste nel ridurre al 15% la percentuale di alunni di 15 anni che non ottengono risultati sufficienti nelle materie di base quali la lettura, la matematica e le scienze.
Tuttavia nel suo insieme, l'UE si sta di fatto allontanando da questo obiettivo, in particolare nel settore delle scienze, per il quale il numero di studenti che hanno risultati insufficienti è passato dal 16% nel 2012 al 20,6% nel 2015.

Le persone nate al di fuori dell'UE sono particolarmente vulnerabili.

I giovani provenienti da un contesto migratorio corrono un rischio maggiore di ottenere risultati scolastici insufficienti e di abbandonare prematuramente la scuola.
Nel 2016, ben il 33,9% delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni che vivono nell'UE ma sono nate altrove erano scarsamente qualificate (avevano cioè un'istruzione secondaria di primo grado o inferiore), rispetto a solo il 14,8% dei loro coetanei nati nell'UE.

In tutta l'UE gli investimenti nell'istruzione si sono ripresi dalla crisi finanziaria e sono leggermente aumentati (1% su base annua in termini reali).
I due terzi circa degli Stati membri hanno registrato un aumento.
Quattro paesi hanno aumentato gli investimenti di più del 5%.

Il 17 novembre a Göteborg i leader dell'UE parleranno di istruzione e cultura nel quadro dell'iniziativa "Costruire insieme il nostro futuro" e la Commissione europea presenterà i dati di quest'anno riguardo all'istruzione e alla formazione.

Per ulteriori informazioni consultare il seguente link.


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