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n. 3 del 17 febbraio 2006

Data: 17/02/2006

Newsletter della Rappresentanza in Italia della Commissione europea

il punto del Direttore
L'Europa senza energia
Nata da una costola di un’iniziativa energetica, l’Europa non è stata fino ad ora capace di dotarsi di una politica comune in questo settore strategico

La crisi provocata dai contrasti fra Russia ed Ucraina sul prezzo del gas ha aperto al mercato europeo dell’energia le porte dell’era della geopolitica. Il legame fra sicurezza energetica e sicurezza esterna del paese è stato sempre evidente nella politica degli Stati Uniti che non hanno mai esitato a giocare la carta - anche militare - della loro potenza egemonica per difendere insieme l’una e l’altra.

Nonostante i segnali inequivocabili dati dalla Storia, i paesi dell’Europa si sono a lungo cullati nell’illusione che il mercato dell’energia fosse regolato solo dall’offerta e dalla domanda mettendo l’accento sulla concorrenza e sulla competitività in un sistema di produzione e di distribuzione che è rimasto malauguratamente fortemente parcellizzato a livello nazionale.

L’Europa nata da una costola di un’iniziativa energetica [il carbone della Ceca] e rilanciata con un trattato consacrato ad un’importante fonte di energia [l’Euratom] non è stata fino ad ora capace di dotarsi di una politica comune in questo settore strategico, nonostante le sollecitazioni provenienti dal mondo che ci circonda.

I segnali d’allarme di natura geopolitica si sono recentemente moltiplicati con i dati relativi alla crescita esponenziale del consumo cinese di energia non solo nel settore del petrolio dove la domanda della Cina è la seconda al mondo; con i ricatti iraniani sull’offerta di petrolio e sull'uso del nucleare; con l'uso “rivoluzionario” dell’energia proclamato dal venezuelano Chavez e dal peruviano Morales.

Il colpo di grazia è tuttavia venuto per gli Europei dal ricatto russo sul mercato del gas [assorbito per il 90% dall’Ue], un ricatto bruciante perché l'Unione europea contava sulle sue relazioni di buon vicinato con Putin ed attendeva fiduciosa che la Russia ratificasse la Carta dell’Energia sottoscritta insieme nel 1998.

È risultato dunque drammaticamente chiaro il nostro stato di dipendenza energetica da paesi terzi in regioni politicamente instabili, una dipendenza destinata ad accrescersi spaventosamente [nel 2030 importeremo il 90% del nostro petrolio, il 100% del nostro carbone ed il 70% del nostro gas] se non troveremo delle soluzioni legate ad una modifica radicale delle nostre abitudini e ad una sostanziale diversificazione delle fonti di energia.

Pier Virgilio Dastoli
Direttore della Rappresentanza

Leggi il testo integrale de "il Punto del Direttore" sul sito di seguito indicato:

Sito web: http://europa.eu.int/italia/newsletter/15_giorni/1097790b4de.html


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