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Brevetti: perché è meglio il bilinguismo

Data: 23/02/2011

Per Tiziano Motti il trilinguismo sarebbe un danno per le aziende italiane. E il ricorso alla scorciatoia della cooperazione rafforzata rischia di portare fuori controllo.

D.C.


17 Febbraio 2011

Il brevetto europeo è di fronte a due percorsi: a tre o a due vie. Il primo, che al momento riscuote maggior successo ed è in netto vantaggio, prevede l'utilizzo di tre lingue: inglese, francese e tedesco.
Il secondo prevede l'utilizzo della lingua del paese da cui proviene l'invenzione accompagnata da una traduzione in inglese.
Questa proposta riscuote seguito in paesi come il nostro e la Spagna, che, passi per l'inglese, si ritengono penalizzati dalla scelta franco-germanica, non foss'altro per i costi di traduzione triplicati a cui si dovrebbero sottoporre le aziende.

Tiziano Motti, membro della Commissione per il Mercato interno ed i diritti dei consumatori, ha dichiarato di aver votato no alla relazione Lehne che propone di introdurre il trilinguismo nella normativa sui brevetti.

«Se questa normativa fosse approvata definitivamente - dice Motti in una nota - i brevetti potrebbero essere tradotti solo in inglese, francese e tedesco, con grave danno per le aziende italiane che dovrebbero sostenere costi altissimi per effettuare la traduzione tecnica del testo dei brevetti presentati».
Il suo voto contrario alla relazione è arrivato nonostante le indicazioni del gruppo parlamentare fossero di votare a favore.

Motti dichiara di non essere d'accordo pure con la clausola di cooperazione rafforzata, votata dal Parlamento europeo, che permette a un gruppo ristretto di Paesi di procedere più rapidamente sulla strada dell'integrazione: «la cooperazione rafforzata - afferma sempre nella nota - dovrebbe restare un meccanismo eccezionale e non dovrebbe essere utilizzata per escludere Stati Membri disposti a negoziare, come l'Italia e la Spagna. Non posso votare a favore della cooperazione rafforzata nel caso dell'introduzione del trilinguismo per i brevetti, perchè la mia responsabilità è anche di difendere la nostra indipendenza linguistica e gli interessi del mio paese. Considero inoltre che la cooperazione rafforzata tra dieci o dodici paesi in questo settore possa rappresentare una distorsione delle condizioni di concorrenza leale, a vantaggio dei paesi facenti parte della cooperazione rafforzata».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1334,00.html


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