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Fashion: per Salvini serve un pacchetto di tutela

Data: 23/02/2011

L‘iniziativa dell'europarlamentare parte dall'analisi della situazione lombarda. Avviato un canale di sensibilizzazione delle autorità europee. Obiettivo: premiare chi non delocalizza la manifattura.


09 Febbraio 2011


Nelle ultime settimane Matteo Salvini si è attivato per la tutela e il rilancio del settore tessile e della moda.
Fa sapere il suo ufficio che ha indirizzato una lettera ad alcuni Commissari europei in cui descrive la situazione del settore, sottolineando che, secondo i dati del 2009, la crisi ha interessato circa 45mila lavoratori lombardi del settore e che nonostante i segnali di ripresa del terzo trimestre del 2010 i livelli di attività permangono lontani da quelli raggiunti prima dello scoppio della crisi.

Sono stati destinatari della missiva i Commissari all'Industria e imprenditoria, Antonio Tajani, alla Concorrenza Joaquim Almunia, alla Fiscalità e Unione Doganale, Algirdas Semeta, al Mercato interno e servizi, Michel Barnier e al Commercio, Karel de Gucht.

Salvini, che è membro della Commissione Mercato Interno e Diritti dei Consumatori, ritiene “auspicabile che l'Unione adotti una politica decisa a salvaguardia e sviluppo di un settore che si relaziona significativamente con le economie extra Ue, anche tramite scelte di politica doganale, soprattutto in un periodo in cui si rischia la sospensione di alcune misure anti-dumping, sulle calzature in pelle, nei confronti di Cina e Vietnam e dei dazi su 75 categorie merceologiche, quasi tutte legate ai settori interessati, nei confronti del Pakistan”.

Ora Salvini dice di attendere le risposte della Commissione e sostiene che l'Unione europea non può non considerare la moda come un patrimonio da tutelare e non deve continuare a far pagare il prezzo della globalizzazione a chi ha scelto la qualità continuando a produrre sul proprio territorio in luogo di delocalizzare il manifatturiero.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1307,00.html


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