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Osservatorio su “Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali”

Data: 28/02/2011

Secondo l’Osservatorio su “Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali”, l’Italia è all’ultimo posto nella classifica dei Paesi europei con i docenti universitari più giovani.

I dati parlano chiaro: solo 16 su 100 hanno meno di quarant’anni e oltre la metà (55%) ne ha più di 50. Crescono invece leggermente gli investimenti in ricerca e sviluppo e i risultati delle istituzioni di ricerca italiane nell’ottenere i fondi europei più competitivi.

I ricercatori italiani continuano a ottenere buoni risultati nell’accesso ai finanziamenti dello European Research Council: si collocano infatti al terzo posto, per nazionalità con 23 progetti finanziati.

Hanno fatto meglio solo britannici (al primo posto), tedeschi e francesi (al secondo). Questi risultati sono in parte dovuti a ricercatori di nazionalità italiana, ma che lavorano all’estero: l’Italia scende al sesto posto se si considera il Paese dell’istituzione ospitante.

Si registra anche una lieve crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo, sebbene l’Italia resti tra i paesi che spendono meno in questo settore: 1,2% del PIL, la metà della media dei paesi Ocse e un terzo meno di quella europea (UE27).

I ricercatori sono quattro ogni mille occupati, contro una media europea (UE27) di quasi sette (6,6) e punte di oltre 16 in Paesi come la Finlandia. Una situazione stabile rispetto all’anno precedente, che vede l’Italia al 32/o posto tra i paesi Ocse per numero di ricercatori.

Dal punto di vista della distribuzione regionale, un quinto dei ricercatori italiani lavora in Lombardia, che si distingue anche per la più elevata quota di ricercatori del settore privato e no profit. Nel Lazio, anche in ragione del fatto che vi hanno sede numerose istituzioni nazionali, si concentra oltre il 40% del totale dei ricercatori di istituzioni pubbliche.

Sito web: http://www.corriereuniv.it/cms/2011/02/universita-l%e2%80%99italia-non-e-un-paese-per-giovani/


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