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Tessile: le etichette indicheranno la presenza di pelli

Data: 17/05/2011

I consumatori europei non rischieranno più di acquistare inavvertitamente abiti contenenti parti di origine animale. Sul made in non ci siamo ancora. Per le nuove etichette favorita la tecnologia Rfid.


11 Maggio 2011

Approvate in seconda lettura dal Parlamento modifiche del regolamento sull'etichettatura dei prodotti tessili: qualunque utilizzo di materiali derivati da parti animali dovrà essere chiaramente indicato sulle etichette dei prodotti.

“Parti non-tessili di origine animale” sarà la denominazione adottata per indicare l'uso di pellicce e pellame nei prodotti tessili, a tutela dei consumatori e in particolare di coloro che soffrono di allergie.

Alla Commissione è stato chiesto di presentare entro il 30 settembre 2013 uno studio di fattibilità sulla possibile connessione fra le reazioni allergiche e le sostanze chimiche (come i coloranti, i biocidi o le nano-particelle) utilizzate nei tessuti.

Non ancora made in
Riguardo alla provenienza, nonostante le pressioni del Parlamento che chiedeva l'obbligatorietà dell'etichettatura d'origine sui prodotti tessili importati da Paesi terzi, la proposta è stata respinta dal Consiglio.
Che ha però accettato di chiedere alla Commissione di presentare uno studio, sempre entro il 30 settembre 2013, sulla fattibilità di un sistema di etichettatura d'origine, per dare ai consumatori "informazioni accurate sul paese di origine e informazioni supplementari per assicurare la completa tracciabilità del prodotto tessile".
La relazione di valutazione potrà essere accompagnata da una proposta legislativa.

Lo studio della Commissione dovrebbe anche valutare la possibilità di stilare dei requisiti di etichettatura validi per tutti (e che al momento sono facoltativi), di stabilire un sistema uniforme di etichettatura della taglia per gli indumenti, valido su scala europea, e introdurre un'indicazione per le sostanze allergeniche.

Il Parlamento ha inoltre evidenziato la necessità di valutare per il futuro l'utilizzo di nuove tecnologie per garantire la tracciabilità dei tessuti, come i microchip o le frequenze radio, al posto delle tradizionali etichette.

Le nuove norme prevedono un'esenzione dall'obbligatorietà di rispettare i requisiti per l'etichettatura per i prodotti tessili su misura da sarti indipendenti.

Le nuove regole sull'etichettatura dovranno essere formalmente sottoscritte dagli Stati membri. Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea.
Per i nuovi requisiti di etichettatura, così come per le norme sull'etichettatura delle parti in pelle, ci sarà da aspettare un periodo di transizione di due anni e mezzo, per dare alle aziende il tempo di adeguarsi.

A margine del voto sono da registrare le differenti valutazioni di alcuni europarlamentari italiani.
Matteo Salvini ritiene il testo approvato di contenuto inferiore rispetto a quello passato in prima lettura, non disponendo delle indicazioni sul made in. Al contario, Lara Comi e Mario Mauro lo ritengono un buon risultato, in virtù del compromesso raggiunto con il Consiglio in tema di tracciabilità.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_1547,00.html


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