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Baldassarre: serve un brevetto in inglese e accessibile alle Pmi

Data: 14/06/2011

Per il relatore della proposta di regolamento sul regime linguistico è uno standard de facto, al centro del commercio e della ricerca e sviluppo. La difesa a oltranza del trilinguismo non deve portare a un Aventino, che equivarrebbe a una perdita di competitività.

DC


08 Giugno 2011

Dopo l'avvio di una cooperazione rafforzata tra 25 Stati membri e il ricorso alla Corte di Giustizia da parte di Italia e Spagna, il dossier sul brevetto unico è approdato al Parlamento europeo. L'iter legislativo inizierà il 21 giugno con una prima discussione in Commissione giuridica.

Il pacchetto comprende due proposte: una sulla protezione brevettuale unitaria e un'altra concernente le lingue di procedura.
A seguito del parere negativo della Corte Ue, la Commissione sta ancora lavorando su una soluzione alternativa per la creazione di un sistema unico per la risoluzione dei contenziosi.

Sebbene la proposta attuale si basi sul trilinguismo, per Raffaele Baldassarre, relatore della proposta di Regolamento sul regime linguistico per il Parlamento europeo, «occorre orientarsi verso un sistema monolingua, in inglese», perché è «la lingua che domina le relazioni commerciali internazionali e le attività di ricerca e sviluppo».

Ma per Baldassarre sarà necessario anche facilitare l'accesso al mercato brevettuale da parte delle Pmi: «le Pmi affrontano gravi carenze di mercato in settori chiave come il credito, la ricerca e l'innovazione. Per favorire l'accesso delle piccole al mercato dei brevetti saranno necessarie modifiche sostanziali alle proposte in discussione, in particolare per quanto concerne i costi e le agevolazioni finanziarie».

Baldassarre, pur rispettando la decisione del Governo di ricorrere alla Corte Ue, concorda con il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli, per il quale una mancata partecipazione dell'Italia ai negoziati sul brevetto può comportare rischi per le nostre imprese e per l'intero sistema produttivo: «in caso di mancata adesione alla cooperazione rafforzata, il governo in sede di Consiglio non avrà diritto di voto durante l'iter legislativo. Se a ciò aggiungiamo che il Parlamento è solo consultato'sulla proposta concernente le lingue procedurali, il peso negoziale del nostro Paese sull'intero pacchetto legislativo rischia di essere pressoché nullo».

E la promozione della lingua italiana? Va fatta in altre sedi: «i dati parlano chiaro: il 90% dei brevetti depositati da imprese italiane è già in lingua inglese».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,72_ART_1590,00.html


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