English version

Etichette alimentari, compromesso leggibilità raggiunto

Data: 12/07/2011

Adottate nuove norme per rendere più chiare le informazioni riguardanti la percentuale di grassi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, da esprimersi per 100 grammi o 100 ml. Anche le aziende produttrici dovrebbero beneficiarne. Commenti discordi da parte italiana.

DC


06 Luglio 2011

Per la relatrice del Parlamento, Renate Sommer, che ha guidato i negoziati con il Consiglio giunti a un accordo, «nonostante le convinzioni ideologiche nazionali, il Parlamento è riuscito a raggiungere un buon compromesso». Per Sommer «le nuove norme prevedono maggiori e migliori informazioni per i consumatori, in modo che possano fare scelte consapevoli al momento dell'acquisto. Anche l'industria alimentare dovrebbe beneficiarne, ci dovrebbe essere maggiore certezza del diritto, meno burocrazia e una migliore legislazione».

Informazioni per 100g o 100ml
La relazione sull'etichettatura dei cibi, approvata con 606 voti favorevoli, 46 voti contrari e 26 astensioni, dispone che il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale, sono informazioni che dovranno essere indicate in una tabella comprensibile sull'imballaggio, insieme e nel medesimo campo visivo.
Tutte le informazioni dovranno essere espresse per 100 grammi o per 100 millilitri e potranno inoltre, anche essere espresse in porzioni.

In futuro per il consumatore sarà più semplice capire se un prodotto contiene sostanze allergeniche, perché le stesse saranno messe in evidenza nella lista degli ingredienti.
Le nuove regole stabiliscono anche che le informazioni sugli allergeni dovranno essere fornite anche per i cibi non imballati, come quelli venduti nei ristoranti o nelle mense.
Gli Stati membri potranno adottare misure per decidere in che modo l'informazione dovrà essere fornita al consumatore.

Noto il paese d'origine
L'origine di certi cibi, come ad esempio quella delle carni bovine, del miele, dell'olio d'oliva, della frutta fresca e degli ortaggi, deve già essere indicata sulle etichette.
Su richiesta del Parlamento, questo requisito dovrà ora essere esteso anche alla carne suina, bovina, caprina e alle carni di volatili.
In futuro l'etichettatura del Paese d'origine potrebbe essere estesa a altre categorie di cibo (come la carne utilizzata come ingrediente, il latte o gli alimenti non trasformati), ma la Commissione dovrà effettuare valutazioni d'impatto per verificare la fattibilità e i costi dell'etichettatura.

Bando alle similitudini
Le nuove regole assicureranno che i consumatori non siano fuorviati dalla presentazione degli imballaggi alimentari, riguardo all'aspetto, alla descrizione e alla presentazione grafica, che saranno resi più comprensibili. Anche gli alimenti che assomigliano a altri, ma sono prodotti con ingredienti diversi, come i "simil-formaggi" prodotti con materie vegetali (le così dette "imitazioni di cibi"), saranno facilmente identificabili.
La carne ottenuta dalla combinazione di più parti di carni dovrà essere indicata come "carne ricomposta", lo stesso varrà per il pesce, che sarà indicato come "pesce ricomposto".

Un percorso quinquennale
Non appena la legge sarà approvata e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale Ue, gli operatori economici del settore avranno a disposizione tre anni per adattarsi alle nuove norme. Avranno poi altri due anni, per un totale dunque di cinque anni, per applicare le norme sulla dichiarazione nutrizionale.

I commenti italiani
Dopo il voto è giunto il commento negativo di Oreste Rossi, coordinatore in Commissione Ambiente per il gruppo "Europa della Libertà e della Democrazia": «Non siamo affatto soddisfatti di quanto approvato oggi in Aula - ha espresso in una nota -. Piuttosto che soffermarsi sulla grandezza del carattere tipografico delle etichette, ci saremmo aspettati che il Consiglio dell'Ue capisse quali fossero le esigenze reali dei consumatori che, senza l'indicazione d'origine per i prodotti lattiero-caseari e quelli trasformati, non potranno avere a disposizione informazioni sull'autentica tracciabilità degli alimenti che acquistano».

Giancarlo Scottà, membro in Commissione Agricoltura è «soddisfatto» solo di alcuni punti, quali «l'obbligo di riportare sull'etichetta alcuni valori nutrizionali degli alimenti» che non definisce però «un punto di arrivo». Ma «c'è ancora molta strada da fare, in direzione della chiara tracciabilità dei prodotti agroalimentari».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,73_ART_1635,00.html


•   altre informazioni


Pagina precedente