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Data: 16/08/2011

• Speciale Eurobarometro: indagine sulla "eCommunications household"

L’indagine Eurobarometro “eCommunications household” è stata realizzata tra il 9 febbraio e l’8 marzo per misurare i comportamenti di famiglie e individui europei nei confronti di: telefonia fissa e mobile, accesso a internet, servizi di trasmissione televisiva, offerte, privacy, qualità dei servizi, accessibilità e trasferimento. L’indagine riguarda i 27 Stati Membri UE con una media di 1.000 famiglie intervistate per paese. Le conclusioni principali rivelano che la maggior parte delle famiglie ha accesso al telefono (98%); maggiormente a una rete mobile (89%) rispetto alle rete fissa (71%). L’accesso delle famiglie al computer è in aumento (+4): quasi 7 su 10 famiglia ne hanno accesso. L’accesso delle famiglie alla televisione è quasi universale, quasi tutte le famiglie hanno una televisione (98%). Inoltre aumentano le preoccupazioni per i costi delle chiamate dai cellulari: (+4) e il 65% degli intervistati limita le chiamate con i propri cellulari proprio a causa dei costi. I greci e gli spagnoli sono i più preoccupati: 8 su 10 esprimono preoccupazione per i costi. Infine l’uso di servizi integrati continua a crescere in Europa, con il 42% delle famiglie che utilizzano servizi di comunicazione attraverso pacchetti che includono spesso internet, telefono fisso e televisione.
http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_362_en.pdf


• Speciale Eurobarometro: il Mediatore europeo e i diritti dei Cittadini

Il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nell'Unione europea è considerato importante secondo la maggior parte dei rispondenti (48 %), mentre il diritto a una buona amministrazione è al secondo posto (33 %) e il diritto di presentare una lamentela presso il Mediatore europeo (32 %) occupa la terza posizione fra i diritti dei cittadini dell'UE. Questi sono alcuni dei risultati dell’indagine dell’Eurobarometro, commissionata dal Parlamento europeo e dal Mediatore europeo, sui diritti dei cittadini e sugli adempimenti dell’amministrazione europea.
Inoltre l’85% dei rispondenti dichiara di non sentirsi informato sulla Carta dei diritti fondamentali, il 42% non è soddisfatto della trasparenze nell’amministrazione europea e infine il 52% dei rispondenti sostiene che il Mediatore dovrebbe assicurare che i cittadini conoscano i propri diritti e li sappiano far valere.
http://www.ombudsman.europa.eu/it/press/statistics.faces


• Giovani e lavoro – Conclusioni dall’EUROFOUND

Il tasso di disoccupazione dei giovani di età tra i 16 e i 24 anni nell’Europa dei 27 è il doppio del tasso di disoccupazione generale. La recessione ha inasprito questo problema in modo significativo. La Foundation Findings fornisce informazioni sul contesto e sulle indicazioni politiche rivolte tutte le parti interessate e coinvolte nell’attuale dibattito europeo sul futuro della politica sociale. Alcune della maggiori conclusioni rivelano che “ai giovani vengono offerte sproporzionate forme di occupazione non-standard . Hanno più probabilità sia di iniziare a lavorare con contratti a tempo determinato che di perdere il proprio lavoro. Inoltre sono più ottimisti dei lavoratori più anziani per ciò che concerne trovare un lavoro simile a quello perso in precedenza”.
http://www.eurofound.europa.eu/pubdocs/2011/40/en/1/EF1140EN.pdf


• Istruzione e formazione professionale (VET) per il bene comune – relazione CEDEFOP

La relazione considera due meccanismi attraverso i quali l’istruzione e la formazione professionale iniziale (IVET) o l’istruzione e la formazione professionale continua (CVET) possono produrre benefici macro-sociali. Primo, il livello totale delle qualifiche VET (misurate dall’incidenza delle qualifiche VET sulla popolazione) possono apportare benefici attraverso l’aumento generale del livello di capitale umano. Come secondo elemento si considera l’influenza positiva sull’uguaglianza nell’istruzione. Si dimostra che diminuendo la divisione accademica/formativa, riducendo la divisione degli studenti a seconda del loro livello (o utilizzando IVET per reintegrarli nel normale iter), mitigando ineguaglianze di genere o etniche nell’IVET e CVET, integrando IVET e CVET (per esempio attraverso un sistema nazionale di qualifiche che comprende entrambe le forme di VET) e aiutando la transizione tra VET e mercato del lavoro, si tende a promuovere l’uguaglianza nell’istruzione. Nel momento in cui questi accordi istituzionali vengono realizzati, il VET risulta importante per l’uguaglianza e perciò per la coesione sociale.


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