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Bresso: nuova Pac troppo timida

Data: 18/10/2011

Per la Presidente del Comitato delle Regioni le proposte della Commissione sulla politica agricola dopo il 2013 sono un passo avanti non sufficiente. Vanno liberate più risorse per le piccole aziende agricole.


14 Ottobre 2011

La Presidente del Comitato delle regioni (CdR) Mercedes Bresso ha giudicato complessivamente poco convincenti le proposte pubblicate dalla Commissione europea in merito al futuro della Politica agricola comune, pur accogliendo favorevolmente la condizionalità del versamento degli aiuti alle pratiche agricole rispettose dell'ambiente.

Proposte che, ha dichiarato in una nota, «rappresentano un salutare progresso, destinato a rafforzare la svolta ambientale della Pac, ma non consentono ancora una convergenza rapida tra gli Stati membri: il passo avanti compiuto è infatti troppo timido, insufficiente per garantire quell'equità tra territori e tra imprese agricole più volte invocata dal Comitato delle regioni».

Problema soglie
Bresso si è anche detta delusa dalla definizione, molto attesa, di "agricoltori attivi", che reputa eccessivamente ampia.
Ha insistito sull'importanza di garantire la degressività e fissare un massimale degli aiuti: «sono questi i soli strumenti per accelerare la convergenza degli aiuti e assicurare maggiore giustizia ed equità tra gli agricoltori; e, per far ciò, è assolutamente necessario abbassare le soglie proposte dalla Commissione, in modo da liberare maggiori risorse per le piccole imprese agricole e le regioni svantaggiate».
Ha comunque espresso soddisfazione per il fatto che sia stata accolta la proposta del CdR di aiutare gli agricoltori delle zone svantaggiate e di montagna.

Per Bresso, poi, «gli strumenti di regolazione pubblica sono essenziali per il mantenimento delle imprese agricole in tutti i territori. Senza interventi regolatori i territori più svantaggiati si trovano eccessivamente esposti alle incertezze dei mercati».

Giudizi altrettanto circostanziati sono stati espressi in merito al regolamento sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), che rientra ormai nel Quadro strategico comune, al pari dei fondi strutturali e del Fondo europeo marittimo e per la pesca. «Eccezion fatta per alcuni segnali positivi, come il sostegno a mercati locali e circuiti brevi di produzione nonché alla qualità dei prodotti, a strategie di sviluppo locale che associano i piccoli centri, alla cooperazione transnazionale e all'innovazione, non vedo molti cambiamenti rispetto alla regolamentazione vigente. Ho l'impressione che, ancora una volta, il modello settoriale, nazionale e professionale prevalga sull'approccio territoriale e strategico».

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,74_ART_1735,00.html


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