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La sentenza sui diritti tv sportivi apre un nuovo scenario

Data: 18/10/2011

Per Mario Mauro dopo la decisione della Corte di Giustizia va aperto il dibattito sui diritti televisivi in Europa. E sta al Parlamento europeo gestirlo. In agenda un seminario a Bruxelles per novembre.


11 Ottobre 2011

Una sentenza che «potrebbe innescare un cambiamento epocale. A questo punto è fondamentale che si apra in Europa una discussione sui diritti televisivi nello sport. Vanno esaminate e discusse le motivazioni che hanno portato la Corte di Giustizia europea alla decisione sui diritti calcistici in Tv e la sede preposta a questo dibattito è il Parlamento europeo nella sua veste di legislatore».
Lo sostiene Mario Mauro, commentando la decisione della Corte europea di Giustizia sul caso "Mrs Murphy vs Fa Premiere League" e anticipando un seminario al Parlamento europeo a Bruxelles sui diritti televisivi nello sport da tenersi a novembre.

La sentenza della Corte di Giustizia Ue riguarda il sistema di licenze per la ritrasmissione degli incontri di calcio, che riconosce agli enti di radiodiffusione un'esclusiva territoriale per Stato membro e che vieta ai telespettatori di seguire tali trasmissioni con una scheda di decodificazione in altri Stati membri.

Per la Corte tale sistema è contrario al diritto dell'Unione: la proiezione delle trasmissioni di incontri di calcio contenenti opere protette in un bar-ristorante necessita dell'autorizzazione dell'autore di tali opere.

La Corte ha rilevato che una normativa nazionale che vieti l'importazione, la vendita o l'utilizzazione di schede di decodificazione straniere è contraria alla libera prestazione dei servizi e non può essere giustificata né con riguardo all'obiettivo della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, né dall'obiettivo di incoraggiare l'affluenza del pubblico negli stadi.

Per quanto attiene alla possibilità di giustificare tale restrizione con riguardo all'obiettivo di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, la Corte rileva che la Fapl non può far valere un diritto d'autore sugli incontri della Premier League, atteso che detti incontri sportivi non possono essere considerati quali creazioni intellettuali proprie di un autore e, pertanto, quali «opere» ai sensi del diritto d'autore dell'Unione.

Un sistema di licenze esclusive risulta parimenti contrario al diritto della concorrenza dell'Unione, qualora i contratti di licenza vietino di fornire schede di decodificazione straniere ai telespettatori che intendano seguire le emissioni al di fuori dello Stato membro per il quale la licenza sia stata concessa.

La Corte ha poi dichiarato che la trasmissione in un bar-ristorante delle trasmissioni contenenti opere protette, quali la sequenza video di apertura o l'inno della Premier League, costituisce una «comunicazione al pubblico» ai sensi della direttiva sul diritto d'autore, per la quale è necessaria l'autorizzazione dell'autore delle opere stesse.

Sito web: http://www.europarlamento24.eu/01NET/HP/0,1254,76_ART_1728,00.html


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